Merzouga – Mekong Mornin Glory

Merzouga

CD – Gruenrekorder
Il fiume Mekong è uno dei corsi d’acqua più lunghi dell’Asia. Nasce in Tibet ed attraversa la Tailandia, la provincia cinese dello Yunnan, il Myanmar, il Laos, il Vietnam ed infine la Cambogia. Sia in lingua lao che in lingua tailandese nel significato etimologico del nome Maè Nam Khong il riferimento è alla “madre” ancestrale, l’origine d’ogni sentimento e cosa. Eva Pöpplein e Janko Hanushevsky proprio lungo questo fiume intraprendono un avventuroso pellegrinaggio, sviluppando le registrazioni sul campo in relazione alle specifiche qualità musicali delle occasioni che incontrano, salvo poi mischiare il tutto con suoni elaborati in fase di post-produzione. Sono molte le parti aggiunte unitamente ad un basso elettronico suonato in maniera non convenzionale da Janko Hanushevsky: particolari bacchette, palline da golf, ferri da maglia e tappi. Quello che conta sembra essere all’ascolto il mutevole passaggio dei suoni, la metamorfosi degli ambienti, la capacità di suscitare intense suggestioni, approccio per il quale entrambe le parti strutturate, siano esse field-recordings o materiale aggiunto, sono trattate infine alla stessa maniera, come apporti grezzi da combinare in virtù d’una forma nuova. Siamo avvolti allora in droni oscuri, solo tangenzialmente post-blues, ricchi d’emergenze auditive fitte di scampanellii, bleep e riverberi assonanti oppure tonfi e sordi. Il “viaggio” immaginifico non può che far pensare – anche solo per un attimo – a “Cuore di Tenebra” di Joseph Conrad, testo ispiratore di “Apocalypse Now”, anche quest’ultima narrazione infarcita d’ambientali risonanze, voci ed elegiaci sussulti.