AAVV – Yokomono 3.5

AAVV

12″ – Staalplaat
Già solamente guardando in controluce il vinile bianco distinguiamo le tre tracce sonore, incisioni che non presentano le regolari separazioni che è dato ritrovare sulle “normali” stampe discografiche. L’idea è quella che la puntina sia lasciata saltare tra i solchi, casualmente posizionandosi nei “tagli” che ad arte sono stati predisposti per rendere consequenziale tale accadimento. Ogni differente giradischi con il quale si suonerà questo disco darà luogo probabilmente a differenti sequenze sonore, così come è possibile che la partitura cambi anche ripetendo l’ascolto più volte e utilizzando lo stesso impianto. Impossibile non pensare che fra le ispirazioni di questo progetto assai concettuale e raffinato non ci sia anche un seppur traslato riferimento alla musica aleatoria degli anni Cinquanta, quella di John Cage ma anche dell’italiano Bruno Maderna. Seppur in maniera differente le esecuzioni sono in entrambi i casi basate sull’indeterminazione, solo che adesso l’alea è spostata programmativamente dall’esecutore all’ascoltatore. Il giradischi non deve essere considerato allora come un mero apparato di riproduzione, così come l’ascolto non si risolve in un atto puramente passivo. Anche la stessa “autorialità” viene in qualche modo messa in discussione, pure se si distinguono naturalmente i differenti apporti allo Staalplaat Soundsystem concept, contributo reso vivido dagli apporti di Cynthia Zaven e Merzbow, Mika Vainio e Jaap Blonk, sperimentatori comunque avvezzi all’uso di più media e a rigorose elaborazioni sui procedimenti che orbitano attorno alle loro release e performance. La speciale collezione di dischi della Staalplaat si amplia: siamo certi tuttavia che ancora su queste ricerche e versanti si tornerà proficuamente.