Communicating Bacteria Dress, social design “batterico”

Communicating Bacteria

“Communicating Bacteria” è un’ installazione ispirata da ricerche biologiche sui flussi di comunicazione tra batteri ed è frutto della collaborazione tra l’artista Anna Domitriu da tempo impegnata nelle ricerche sulla microbiologia e le pratiche collaborative, i microbiologi Simon Park e John Paul, e il video-artista Alex May. La comunicazione all’interno delle colonie batteriche è fondamentale per la sopravvivenza della specie e si realizza grazie a processi biochimici specifici che avvengono sia all’interno delle colonie stesse che verso l’esterno. Nel caso del batterio Chromobacterium violaceum CV026, per esempio, questo scambio di informazioni ha delle conseguenze molto evidenti: infatti nel suo stato inattivo questo batterio è bianco, ma diventa viola quando riceve una comunicazione dai suoi simili. Questa particolare specificità cromatica è stata l’innesco estetico dell’installazione “Communicating Bacteria”: colonie di Chromobacterium violaceum sono state utilizzate come colorante (vivente) per tessuti. I suddetti batteri sono stati perciò instillati in un tessuto finemente ricamato e appositamente intriso in un brodo di coltura. Qui il diffondersi della comunicazione tra i batteri (con la sua tipica e colorata scia) ha creato un elegante motivo decorativo sull’intero abito, trasformandolo in una originale e singolare mappa dei complessi flussi di comunicazione. Il risultato finale è un’installazione composta dal prezioso abito dai sinuosi decori violacei, posizionato su di un manichino e accarezzato da luminose proiezioni video 3D che ridisegnano le direzioni seguite dai motivi organici. La scelta dell’abito come supporto al design creato dai batteri è significativa. Esso è infatti una rappresentazione molto forte del concetto di convenzione su cui la nostra società è fondata, che ci distingue dagli animali e a cui siamo tutti siamo più o meno sottoposti. Nell’installazione l’abito è protagonista, così finemente cucito e ricamato, impreziosito dalle scie in continua trasformazione ed elegantemente illuminato, come fosse un microcosmo autonomo. Tradotto in questa deliziosa e affascinante forma estetica l’abito sembra avere una vita propria, di cui è possibile godere indisturbati e dall’esterno, scoprendo la scintillante bellezza che i flussi di comunicazione possono creare.

Chiara Ciociola