Aromapoetry, poetry to be smelled

Aromapoetry

Aromapoetry è un libro da leggere con il naso”: cosi’ lo descrive il suo stesso autore Eduardo Kac. Si tratta di un volume costituito da “poesie” fruibili solamente attraverso l’olfatto: le sue pagine infatti non contengono testo ma odori, poichè sono imbevute di speciali aromi. Esse si susseguono in un percorso semantico coerente e ben definito: ogni pagina (in tutto dodici) è una poesia che nasce dall’incrocio di fragranze create attraverso la combinazione di due o più molecole, distribuite poi sull’area disponibile seguendo l’itinerario poetico progettato dall’autore e creando dunque delle precise zone olfattive. Per evitare un rilascio troppo rapido delle fragranze che implicherebbe perdita di contenuto, le pagine sono inoltre rivestite da un sottile strato di vetro nanoporoso, un materiale speciale che permette un rilascio più lento delle molecole volatili. Elegantemente rilegato e rivestito di carta trattata con vernice metallizzata riflettente, il volume è corredato inoltre da una “riserva” di dodici fiale contenenti gli aromi utilizzati per ogni poesia. Un’estetica così sfacciatamente glamour, unita all’edizione limitata in 10 copie numerate e firmate dall’autore rendono questo volume molto accattivante, ma in una direzione che va al di là del mero e istintivo desiderio di provarlo. Insieme al gusto infatti, l’olfatto è il senso d’elezione della memoria e dell’evocazione. Il suo funzionamento è però legato alla presenza di particelle fisiche, seppur così minuscole da sembrare immateriali. Gli odori, così strettamente legati al mondo della fisicità, sono perciò poco coinvolti nell’uso della digitalizzazione come strumento di conservazione universale, incarnati in questo sofisticato oggetto d’arte che non a caso utilizza il libro come simbolo di presenza materiale e plastica resistente al tempo. Qui gli odori come la poesia assumono un metaforico ruolo di custodi: così scintillanti diventano emblematici garanti della tesi della fisicità come standard d’elezione della memoria.

Chiara Ciociola