Edited by Christian Ulrik Andersen & Søren Bro Pold, Interface Criticism – Aesthetics Beyond Buttons

Aarhus University Press

Aarhus University Press, ISBN: 978-8779345041, 2011, 296 pages, English
Lavorando sull’estetica dell’interfaccia dagli inizi del 2000, il centro di ricerca sull’Estetica digitale presso l’Università di Aarhus non ha mai abbandonato dai suoi obiettivi la ricerca pionieristica. Avendo ospitato il festival di software art ReadMe nel 2004, l’organizzazione ha iniziato a far crescere la sua ricerca anche sulla cultura del software, giovando anche della presenza di studiosi locali attivi sulla scena internazionale. Non è un caso che nell’introduzione Andersen e Pøld siano stati chiamati per quello a cui si sono dedicati per molto tempo: “La critica dell’interfaccia.” Il libro è ricco di testi critici e specifici. Il primo capitolo inizia con una avvincente ricerca storica (corredata di immagini uniche) condotta da Erkki Huhtamo, che indaga il concetto di interfaccia indietro nel tempo, in particolare nella pubblicità urbana del 19 ° secolo. Il corpo e la pelle come nostra interfaccia con il mondo e il concetto di “hapticity” sono invece indagati nella sezione “The Interface at the Skin” mentre in “Representation and Communication” teorici come Cramer e Fuller intendono la GUI sia come qualcosa di trasparente ma che deve essere lasciato ad un prossimo futuro. Cox e Andersen, invece, discutono la familiare prassi esecutiva del “live coding”. Nell’ultimo capitolo Arns e Lillemose si occupano (rispettivamente) di vocabolario e trasparenza mentre Christoph Bruno conclude con un bizzarro intervento, collegando per ironia della sorte i candidati alla presidenza francese con i suoi interventi tattici su Google. Con un’immagine di copertina dell’ eroe della net.art Alexei Shulgin, questo libro non è un compendio degli approcci di studio che sono stati esplorati in passato, ma un buon punto di partenza per i futuri studi sull’interfaccia.