Janez Janša, Janez Janša, Janez Janša – Podpis / Signature

Aksioma

Aksioma – Institute for Contemporary Art, Ljubljana and Koroška Gallery of Fine Arts, ISBN 978-9619219218, Ljubljana, 2010, English, Slovenian
Uno dei progetti artistici che è riuscito a sfidare con successo il concetto burocratico di identità nella sua essenza è senza dubbio “Janez Janša”. I tre artisti che hanno cambiato il loro nome con quello del primo ministro sloveno hanno compiuto un lungo cammino da quando hanno iniziato a giocare con le loro nuove identità, ingannando i media e il pubblico attraverso varie azioni. L’unicità di un nome, e di conseguenza di tutte le sue manifestazioni formali, è un tema che è stato profondamente indagato dal trio. I documenti (e in particolare i loro preziosi passaporti nuovi) sono stati prodotti e immessi nel controverso territorio della legalità. Se Heath Bunting ha studiato a fondo (e in seguito ha applicato a singoli individui) il modo astratto di definire l’identità seguendo le linee guida ufficiali del governo britannico, il gruppo di Janez Janša ha esplorato questo campo dal punto di vista inverso, testando il sistema con atti ordinari che hanno poi generato risultati molto ambigui (grazie alla scelta dei nomi uguali). In una edizione limitata di 600 copie stampate (autografate appunto con tutte le tre loro firme), questo catalogo utilizza la firma come prova simbolica dell’identità e del suo ruolo nell’arte. Nel suo saggio Petja Grafenauer scrive a proposito del ruolo storico essenziale della firma nelle opere d’arte, in particolare in riferimento all’autenticità e al valore economico. Il lavoro esposto comprende nove trittici con tutte le combinazioni delle firme degli artisti con i loro nomi attuali e precedenti, tutte dipinte da un altro artista: Viktor Bernik. Ancora una volta gli Janša (s) hanno innescato incisivamente un meccanismo kafkiano, questa volta con l’aiuto di esperti della scrittura a mano.