Friedrich Kittler – Optical Media

optical_media.jpg

Polity Press
, 2009
, 332 pages
, English, 
ISBN-13: 978-0745640914
Finalmente disponibile in inglese dopo otto anni, “Optical Media” è l’influente libro di uno dei filosofi dei media più importanti e controversi: Friedrich Kittler. Il libro è la trascrizione di una serie di quattordici conferenze tenute da lui alla Humboldt-Universität, a Berlino nel 1999 e , come John Durham Peters lo definisce nell’introduzione, è da intendersi come una “esposizione popolare” di una (davvero) consistente mole di lavoro. Da un certo punto di vista può anche essere letta come una storia delle tecnologie utilizzate per trasmettere, elaborare e memorizzare le immagini, orientata prevalentemente alla questione della “luce”. Ma, com’era prevedibile trattandosi di Kittler, non è affatto una storia sociologica o economica della tecnologia. La sua idiosincrasia nel focalizzarsi su macchine, hardware e sul’ingegnerizzazione si oppone a tutti gli approcci umanistici (compreso quello di McLuhan e la definizione dei “media come estensioni degli uomini”), con un approccio che attraversa con forza il libro (anche se con McLuhan egli condivide l’audacia e l’ostinazione nel far valere la propria tesi) . Dopo alcuni capitoli che riguardano la preistoria dei supporti ottici (un must per gli archeologi dei media), il punto di svolta si raggiunge con l’analisi della “camera oscura”, il primo dispositivo che consente la trasmissione e l’archiviazione ottica di informazioni. Basato sulla teoria dell’informazione di Shannon, l’analisi di Kittler è sempre ricca e coinvolgente, e descrive un percorso complesso di relazioni teoriche e di fatto. Il libro prosegue con una ricerca ispirata alla storia della fotografia, del cinema e della televisione e termina definendo il computer come medium convergente, in cui tutti i supporti ottici singolari muoiono con la sublimazione in un nuovo onnipresente “algoritmo”.