Sonicity, uno spazio di dati vivo

Sonicity

Con l’installazione Sonicity l’artista inglese Stanza aggiunge un ulteriore significativo capitolo alla propria ricerca di nuove metafore in grado di trasferire su un piano sensibile le infinite interazioni determinate dall’attraversamento di uno specifico ambiente ad opera di flussi di dati. L’obiettivo di Stanza è quello di dar vita ad uno spazio di dati che sia percepito
come vivo e per conseguire tale intento dissemina l’edificio che ospita una galleria di sensori in grado di rilevare i più piccoli mutamenti in variabili quali la luce, la temperatura, il rumore, l’umidità e la posizione di determinati oggetti. Ognuno di tali sensori fornisce quindi informazioni sui parametri monitorati e proprio tali dati vengono trasformati da Sonicity in un ambiente sonoro utilizzando una rete wireless costituita da centinaia di piccoli speakers posizionati sul pavimento e sulle pareti dell’ambiente espositivo. L’utente è dunque chiamato a immergersi in uno spazio dove le interazioni ambientali sono trasformate in tempo reale in suoni (abilmente armonizzati attraverso uno specifico sound synthesis engine scritto da Stanza in Max/MSP), diventa dunque partecipe anche del più insignificante mutamento dell’ambiente circostante, come ad esempio un minimo aumento del tasso di umidità, ma soprattutto assume consapevolezza di essere – egli stesso – attraversato da un continuo flusso di dati.

Vito Campanelli