CD – Sudamericaelectronica
Atmosfere sensibilissime e sospese vengono dipanate in strati sonori resi vividi dalla sovrapposizione di molte tessiture, esibendo field recording, ripetizioni sorde e click, accennando in apparenza a spurie melodie, ad intrecci non previsti e subito cangianti. Frammenti auditivi di vite quotidiane che vengono ricomposti dallo sperimentatore argentino Yaco (Santiago Peresón), a suo agio nell’alimentare uno spazio concreto-elettroacustico, grazie ad un montaggio fluente, parecchio godibile e ben articolato. La narrazione – pur nei riflussi e nei vuoti – non conosce soste: solo idealmente la cesura imposta dalle quattordici tracce definisce astratte divisioni. Quasi che il mondo possa essere ridotto ad un costrutto musicale o estrapolato idealmente – come in questo caso – per mezzo d’ulteriori adattamenti, da cellule sonore, provenienti a loro volta dal ‘cut and paste’ di svariate pellicole cinematografiche (in visione nel ‘Festival Internacional de Cine Independiente’ di Buenos Aires). Unità auditive minime che poi sono state riprogrammate attraverso un meticoloso lavoro d’edizione nell’intento di reiterare destrutturate forme e contenuti da un media ad un altro.