Reconfigurable House 2.0, come mantenersi piu’ intelligenti della propria casa

The Reconfigurable House

Si è mai fantasticato di tornare a casa dopo una lunga giornata di lavoro e potere cambiare il colore delle pareti a seconda del proprio umore? Questo e’ quanto Reconfigurable House 2.0 consente di fare. L’installazione interattiva ad opera di Adam Somlai-Fischer, Ai Hasegawa,
Barbara Jasinowicz, Bengt Sjölén, Gabor Papp, Tamás Szakál e Usman Haque, è un ambiente fatto di migliaia di componenti low tech che possono essere “riconnesse” dagli utenti. Non è la tipica ‘smart house’ che agisce al posto dell’inquilino, cucinando la cena mentre lui si gode un bagno caldo. Ovunque ci sono peculiari dispositivi fatti con giocattoli e gadgets modificati C’ è un muro costruito con mattoni ‘gatto’ che miagolano se vengono urtati. Se si solleva lo sguardo, ci s’imbatte in un soffitto coperto da piccoli pinguini dagli occhi lampeggianti. Non è necessario innaffiare le piante in questa casa perché i fiori sono gigli LED che cambiano colore se toccati. Mentre dei laser nebbiosi sostituiscono le più scontate candele profumate nel riscaldare l’ambiente, reagendo al soffio e al movimento.
Tutte queste componenti a bassa tecnologia possono essere riconfigurate dagli utenti attraverso una semplice interfaccia a schermo. Ogni specifica performance o reazione è associata a un differente input o interazione e, nell’eventualità’ in cui la Casa venga lasciata inattiva, essa stessa si annoia, sogna ad occhi aperti e si riconfigura. Rispetto alle ‘case intelligenti’ tradizionali che limitano la capacità decisionale delle persone per il fatto di essere pre-prgrammate dai progettatori, la Reconfigurable House può essere continuamente reinventata dai suoi inquilini. Gli autori hanno rivisitato il concetto di ‘smart house’ in maniera proattiva al fine di mantenere la tecnologia user friendly e l’attenzione concentrata sul potere decisionale degli individui.
Il software utilizzato e’ stato realizzato con Processing mentre i dispositivi elettronici sono controllati da Arduino, un microcontroller economico. Tutto il codice usato e’ open source. Usando Arduino, Usman Haque sta poi estendendo la sua ricerca dai confini domestici al mondo intero. Pachube e’ un web service che consente agli utenti di etichettare e condividere dati sensoriali reali ricavati da oggetti, dispositivi e spazi diversi intorno al mondo. Pachube agisce tra gli ambienti per catturare input (da sensori remoti) e fornire output (ad attuatori remoti). Le connessioni possono essere stabilite tra due ambienti, agevolando così anche interazioni impreviste.
Alla luce delle sorprendenti evoluzioni che si prefigurano per il nostro stile di vita e’ naturale domandarsi se gli utenti si manterranno più intelligenti della tecnologia. Oppure, interrogativo ulteriormente
Intrigante, gli inquilini saranno sempre più intelligenti delle proprie case?