Pridon – Apnea Eina

Pridon

CD – Low Impedance
Sotto il moniker di Pridon, Petros Voudouris organizza un’elettronica quieta e godibile, infarcita da molte influenze che spaziando dalla techno all’electro, dall’IDM al dub, annettono pure un pizzico di psichedelia anni ’70. Tali intrecci vengono poi ricomposti amalgamando bene le spezie, slittando tuttavia poco i molti momenti accessibili verso strutture maggiormente sperimentali. L’impressione complessiva è quella di un ambience a matrice anche groove, sulla quale sono innestati affianco agli svolgimenti più spacey ed ai molti synth qualche atonale bleep o un choir melodioso. Produzione molto eclettica, ‘post hangover music’ (come sottolinea – con una punta di sufficienza – anche Frans de Waard), sonorità da decompressione incanalate in incisioni infine alquanto avvolgenti, gentili e duttili, dove all’innovazione si preferisce la confidenza, una familiarità di trattamenti, qualità complessiva che rende perfettamente levigato l’ascolto, forse un poco eccedendo a scapito d’un aderenza forte ai temi della contemporaneità.