Scorn – Stealth

Scorn

CD – Ad Noiseam
Bassi cupi, vibranti droni e secche battute, fedele al proprio imprinting elettronico, ancora Mike Harris, dopo ben cinque anni dal suo ultimo studio album, ritorna sotto il moniker Scorn calibrando oscure ritmiche downtempo, sonorità oppressive e industrial che rimodellano a fondo i concetti cardine del dub. Depurate da ogni aspetto groove, in una sorta di minimalismo con coerenza applicato a contorte sibilline costruzioni, le sonorità qui manipolate producono affascinanti intrecci, echi sommessi e più decisi riverberi, delineando una cesura nell’ascolto, compatta e totalizzante. I risultati di un tale approccio certo non danno adito a mezze misure, da siffatte atmosfere si viene pienamente coinvolti o respinti. Eppure, al di là del mero gradimento auditivo, va considerato l’apporto di Mike Harris quale seminale precursore di un ritorno alle sonorità lente e basse nella club music. Realtà nutrite adesso dalle nuove ventate del dubstep, del grime e di quant’altro già oggi si muove senza ancora termini precisi per esprimerlo ma con la chiara volonta di portare lo sperimentalismo nella strada e nella musica d’ogni giorno.