Anna Munster – Materializing New Media, embodiment in information aesthetics

Anna Munster

book – Dartmouth College Press – ISBN 1584655585
Il processo di digitalizzazione di un informazione / forma / entità comporta la sua scorporeizzazione. Un’intera generazione di pensatori è cresciuta dai primi anni novanta prendendo per buono questo postulato. Questo libro è dedicato a capovolgere questo specifico concetto. Come l’estetica digitale
nelle nostre vite ha radicalmente cambiato “il corpo, le sensazioni, il movimento e la sua stessa condizione”, come scrive l’autrice? La nostra percezione e l’uso del corpo ha affrontato interfacce fisiche, nuove gestualità funzionali e l’onnipresente sua rappresentazione attraverso molteplici dispositivi elettronici. E il tipo di iperstimolazione che ci coinvolge visualmente sfida le nostre retine in modalità simili a come faceva la vecchia estetica barocca. La Muster analizza quest’ultima relazione attraverso diverse prospettive, cercando di applicare il concetto di ‘piega’, un ambeinte in cui “le differenze… nel loro complesso… producono… una consistenza solo attraverso processi combinatori.” Come risultato emerge il ruolo centrale del corpo per il coinvolgimento negli ambienti digitali. Un insieme assolutamente coerente di opere d’arte sono analizzate all’uopo. Ma quest’approccio differente alla fisicalità nella cultura digitale può portare anche ad una nostra nuova percezione nei confronti degli altri corpi. Le macchine hanno iniziato una riformulazione del corpo come uniche entità connettive. La loro influenza sulla mutata conscienza del corpo verso un altro corpo è probabilmente ancora sottostimata. Il nuovo contesto in cui il corpo si muove nello spazio sembre essere guidata da nuove attitudini gestuali indotte dal digitale, da una coscienza basata sulla scienza e da istinti mutati e generati dall’esposizione all’infinita produzione d’immagini. Ma questo sembra essere solo un passo oltre l’essenziale differenza teorica che questo libro fa.