(edited by) Michael Faulkner, D-Fuse – VJ, Audio-visual Art and VJ Culture

(edited by) Michael Faulkner

book + dvd – Laurence King Publishing, ISBN 185669490
Questo è il primo compendio di VJ culture adeguatamente documentato. Anche se il vjing è solo uno delle tante possibili relazioni mutuali fra suono e visual sviluppato negli ultimi vent’anni di personal computing, è diventato sempre più chiaro che è una forma pop(olare) di arte performativa, capace di vivisezionare il medium cinematico attraverso le macchine potenziate dal software. La selezione mondiale di vj crews compilata da Faulkner sottolinea alcuni dei più raffinati esperimenti in una comunità relativamente ampia. Come in ogni campo artistico non si tratta di possedere l’ultima versione di un determinato software, ma di rendere evidenti le idee dell’artista durante il processo di mixing. Se un paio di caratteristiche di base devono (o dovrebbero) essere sempre mantenute, esse sono la non linearità narrativa e l’evidenza del suo accadere in tempo reale. Ma il vjing riguarda anche gli importanti aspetti tecnici, prova ne è il fatto che la maggior parte di noi non ha mai realmente capito come cominciare davvero. Per questo la sezione finale è stata riservata ai dettagli tecnici dei set dei gruppi oltre ad alcuni tutorial. E questa non è solo una finestra aperta sull’altra parte del palco, ma uno statement sulla produzione e un tentativo alla condivisione degli strumenti del mestiere. La risultante visione d’insieme è che il video è sempre più vicino alla scenografia su un palco con sorgenti multiple che spingono la percezione della ‘luce’ e della ‘prospettiva’ ai limiti. L’elite produttiva di una generazione esprime così la sintesi della metabolizzazione di cent’anni di visioni cinematiche tutto d’un botto. Il vjing non è per nulla il paradigma del djing applicato ai visual, ma il risultante, entusiasta esperimento dal vivo di di mescolare i molti dialetti visuali (web design, video art, cinema sperimentale, astrazioni 3D, animazione, sequenze in 8mm, …) e molti ibridi codificati in maniera affascinante in tutto quello che può essere reso come sequenza di immagini (apparentemente) in movimento. In definitiva un banco di prova per l’intero futuro della cultura visuale.