Ambient Addition, musica dai rumori circostanti

Ambient Addition

Mentre la cosiddetta società civilizzata inventa macchine sempre più potenti, vivere in mezzo a questi dispositivi diventa ogni giorno più complicato. Le persone si trovano spesso circondate da suoni e rumori creati accidentalmente e che non sono in sintonia con le esigenze delmomento. Al fine di evitare le dissonanze si tende perciò a utilizzare Walkman e cuffie, isolandosi tanto dal rumore quanto gli uni dagli altri. é lecito dunque pensare che la ‘i’ di iPod significhi isolamento? Trent’anni fa il sociologo Edward Hall introduceva il concetto di ‘bolla spaziale’, intendendo quella distanza culturale che impone quale distanza si debba mantenere tra le persone e di quanto spazio necessitiamo intorno a per sentirci a nostro agio. Si può dire allora che il Walkman ha introdotto un altro tipo di bolla: una bolla tecnologica di concentrazione e distacco rispetto a ciò che ci circonda, uno spazio privato in pubblico. E’ questo l’assunto della tesi che Noah Vawter ha presentato al MIT, un progetto chiamato Ambient Addiction, che tenta di trovare un compromesso tra l’isolamento e il rumore, integrando il suono ambientale in una colonna sonora personalizzata. Il dispositivo, che consiste in un paio di cuffie con dei piccoli microfoni integrati e un processore di segnali digitali (DSP) tascabile, continuamente registra, analizza, trasforma il rumore ambientale in forme più musicali. Come Noah stesso ha scritto nella sua tesi ‘attraverso il suo aspetto esteriore e le sue capacità di elaborazione sonora, Ambient Addition riduce l’isolamento’. Nel nuovo contesto infatti si manifestano degli atteggiamenti insoliti. Gli ascoltatori tendono a giocare con gli oggetti intorno a loro, cantano tra sé e sé e si spingono alla ricerca di fonti di suono allettanti in modo tale da dirigere la propria randomica colonna sonora e divenendo così protagonisti di una vera e propria immersione ambientale. é questo il futuro della musica ambient?

Valentina Culatti