Vida 7.0, arte e intelligenza artificiale.

vida 7.0

L’appuntamento annuale con i premi di Vida, competizione d’arte e intelligenza artificiale sponsorizzata dalla spagnola Fundación Telefonica, arriva quest’anno alla settima edizione. Mantenendo lo schema di quelle precedenti (come la 4.0 o la 6.0), anche quest’anno primo premio è stato assegnato ex-aequo a due lavori: ‘Spore 1.1‘ degli S.W.A.M.P. (Douglas Easterly / Matt Kenyon), un’installazione formata da una pianta che viene innaffiata o meno a seconda dell’andamento in borsa del suo venditore (Home Depot), e alla ‘Universal Whistling Machine’ di Marc Böhlen e JT Rinker, un’apparecchiatura che comunica con l’utente attraverso fischi, analizzando i toni ‘ascoltati’ ed utilizzandoli come base per quelli da emettere. La giuria composta da Chris Csikszentmihalyi, Daniel García Andújar, Rafael Lozano-Hemmer, José Carlos Mariátegui, Fiona Raby e Nell Tenhaaf, ha elargito altri due premi a ‘Dripping Sounds’ di Federico Muelas Romero, un’associazione fra lo stemperarsi di gocce colorate in acqua e suoni generati conseguentemente da sensori di luce, e ‘PaCo – Poeta Automático Callejero Online’ di Carlos Corpa e Ana María García Serrano, un robot che si muove su una sedia a rotelle, e rileva la presenza di un essere umano chiedendogli del denaro in cambio di una poesia automatica. Le menzioni onorarie sono andate, invece, a ‘Ornamental Bug Garden’ dei Boredom Research (Vicky Isley e Paul Smith), piccole creature meccaniche che generano un ecosistema artificiale colorato e interdipendente, ‘Semiotic investigation into cybernetic behaviour’ di Jessica Field, un’interazione fra diverse macchine con compiti ben specifici capace di riprodurre conflitti e generi squisitamente umani, ‘Life Support Machine’ dell’italiano Luca Gemma che muove squame ittiche racchiuse in fogli di plastica attraverso forme d’onda meccaniche registrate, ‘Déjà Vu of fresh water, a nightmare environment’, di Carmen Gerstl e Jeroen Keijser, un mondo virtuale in cui l’utente interagisce con personaggi da favola, come una sirena, ma non ha altra scelta se non continuare ad inquinare il mare in cui è immerso, ‘Healing Series’ di Brian Knep, algoritmi che implementano pattern naturali pronti ad interagire tramite proiezioni sul pavimento con i movimenti dell’utente, ‘Unending Enclosure’ di Fernando David Orellana, tre robot chiusi in colonne di legno ansiosi e paranoici nei riguardi degli esseri umani di passaggio, ‘Quorum Sensing’ di Chu-Yin Chen, un meccanismo di comportamento collaborativo dei batteri riprodotto tramite la rilevazione degli spettatori. Altri premi sono andati come incentivi di produzione al progetto ‘Ambiente de Estereo-Realidad 2’ dei peruviani José Carlos Martinat ed Enrique Mayorga che consisterà nell’installare computer in luoghi strategici di Lima, facendoli agire come giornalisti automatici e autonomi, rilevando informazioni dalla rete, prendendo come spunti i titoli dei giornali locali e proiettando il tutto in alcune zone chiave della città dai tetti di alcuni edifici, pure stampando le stesse informazioni e volantinandole da quell’altezza. Un’incentivo di ricerca, invece è stato assegnato al progetto ‘IP Poetry’ di Gustavo Romano, una combinazione hardware e software in grado di attingere a testi dalla rete (IP Bots) e di creare di conseguenza poesie in base a determinate regole. Una menzione speciale, infine, è andata ai Critical Art Ensemble, per rendere evidente e indiscutibile il supporto alla libertà d’espressione degli artisti nel campo delle biotecnologie (quanto mai correlate al tema di arte e vita artificiale), gravemente minacciata nel caso di Steve Kurtz, e che simbolizza anche l’approccio critico che lo spirito di questo festival ha sempre cercato d’incarnare.