mirrorSpace, telematica a specchio.

mirrorSpace

La programmabilità dell’immagine elettronica permette una ridefinizione di qualsiasi dispositivo che trasmetta un’immagine, compresi i più atavici e inerti. Gli specchi, ad esempio sono fra i più naturali ed intuitivi, pur con le loro caratteristiche di distorsione e infedeltà di cui siamo consci. Combinando questa semplice interazione con le raffinate possibilità d’indirizzamento di ogni singolo pixel delle tecnologie digitali, e con l’interconnessione telematica di spazi diversi si possono ottenere risultati concettualmente importanti. mirrorSpace è un’installazione che realizza questi principi, approfittando della sfuggevolezza delle immagini a cui la nostra memoria è lagata biologicamente. Gli ‘specchi’ utilizzati sono degli schermi dotati di microtelecamere e sensori di prossimità, che oltre ad aggiornare in tempo reale l’immagine di chi vi sta di fronte, mescolano nello stesso spazio visivo l’immagine di un’altra persona ‘riflessasi’ in un’altra simile apparecchiatura locale o remota. Le due persone messe in contatto possono guardarsi negli occhi o sovrapporsi a seconda della posizione, senza curarsi della loro lontananza fisica. Realizzato da alcuni membri del gruppo hehe.org, già autori di Twilight fonde il tema del ritratto con quello delle relazioni spazio-temporali, fondendo istinto di riconoscimento verso un altro membro della specie umana con il narcisismo di osservare la propria immagine evolversi in tempo reale, in una comunicazione che fora lo spazio per lasciare aperto il tempo della comunicazione.