Haptic Opposition, macchine ribelli.

Dopo decenni di speculazioni della letteratura fantascientifica e sempre meno goffi tentativi da parte dell’industria dell’intrattenimento, la dimensione antropomorfa delle macchine sta entrando sempre più naturalmente nell’immaginario sociale, pur se completamente asservita alla volontà umana, almeno nelle melense interpretazioni commerciali. Haptic Opposition di Simon Schiessl è un’installazione che scardina l’onnipotenza dell’utente a ragion veduta, ossia applicando il suo stesso istinto. Concretamente si presenta come un display di testo che si muove autonomamente in due direzioni, forzabili da un utente in carne ed ossa. I contenuti sono proprio citazioni filosofiche sull’interazione uomo-macchina, e quando l’utente interviene toccandola, la macchina passa allo stato interattivo. Tanto più l’utente forza il ‘naturale’ meccanismo di visualizzazione fluida nelle due direzioni, tanto più la macchina espleta il suo nervosismo, aumentando gli errori e il numero di caratteri mancanti nella visualizzazione, fino a mostrare caratteri casuali quando i movimenti dell’utente si fanno bruschi. Se poi la brutalità dell’utente si fa netta, contrastando il movimento direzionale, bloccandolo o spingendolo dalla parte opposta, la macchina reagisce rivelando i codici che sovrintendono al suo funzionamento, fino a muoversi rapidamente avanti e dietro per cercare di scuotersi via la mano dell’utente stesso. Un linguaggio semplice, quello della forza, intelligibile, e che spinge l’interazione su un livello fisico, concreto, attivando altri sensi, il tatto, ad interagire con le usuali categori mentali dello schermo, scuotendo e scatenando la reazione dell’istinto, in un salutare scontro paritario di volontà autonome.