Radical Software, digitalizzata la prima rivista di arte elettronica.

Fra gli innumerevoli stimoli culturali profusi fra la fine degli anni sessanta e tutti gli anni settanta, diversi ce ne sono stati a dare prospettive visionarie dai media e di un arte ad essi legata. La prima rivista stampata a cercare di coniugare questi temi e medium cartaceo è stata Radical Software che, seppure per pochi numeri (undici in tutto fra il 1970 e il 1974), ha gettato nuova luce su scenari ancora al di là dall’essere semplicemente presi in considerazione. Nei primi fulgidi bagliori della videoarte e nel già contrastato rapporto con la televisione cominciano le analisi e le opere segnalate su quelle pagine, che indagano pure i primi paradossi resi evidenti dall’informatica non ancora personale. Tutti i numeri di Radical Software sono stati digitalizzati in formato .pdf (pagina per pagina) e resi disponibili su sito dedicato, con tanto di motore di ricerca e database. Il processo è stato coordinato da Ira Schneider (fra i fondatori della rivista) e Davidson Gigliotti, che l’avevano presentato a Transmediale nel 2002. Un processo importantissimo che andrebbe incoraggiato ed esteso, ossia la conservazione di importanti documenti storici dell’arte mediatica, spesso sottovalutati nella rincorsa del ‘nuovo’.

Radical Software, digitalizzata la prima rivista di arte elettronica.

Fra gli innumerevoli stimoli culturali profusi fra la fine degli anni sessanta e tutti gli anni settanta, diversi ce ne sono stati a dare prospettive visionarie dai media e di un arte ad essi legata. La prima rivista stampata a cercare di coniugare questi temi e medium cartaceo è stata Radical Software che, seppure per pochi numeri (undici in tutto fra il 1970 e il 1974), ha gettato nuova luce su scenari ancora al di là dall’essere semplicemente presi in considerazione. Nei primi fulgidi bagliori della videoarte e nel già contrastato rapporto con la televisione cominciano le analisi e le opere segnalate su quelle pagine, che indagano pure i primi paradossi resi evidenti dall’informatica non ancora personale. Tutti i numeri di Radical Software sono stati digitalizzati in formato .pdf (pagina per pagina) e resi disponibili su sito dedicato, con tanto di motore di ricerca e database. Il processo è stato coordinato da Ira Schneider (fra i fondatori della rivista) e Davidson Gigliotti, che l’avevano presentato a Transmediale nel 2002. Un processo importantissimo che andrebbe incoraggiato ed esteso, ossia la conservazione di importanti documenti storici dell’arte mediatica, spesso sottovalutati nella rincorsa del ‘nuovo’.