Democratic Torture, drammatica performance in webcast.

Le possibilità d’interazione, possono andare ben oltre le variazioni visive sullo schermo e il reale potenziale di un’interfaccia esplode proprio quando comincia a condizionare la realtà. Una drammatica performance capace di esprimere proprio queste possibilità si è svolta all’Art Space di Sidney il 3 maggio. [Democratic Torture], infatti, ha visto l’artista Mike Parr impegnato per 30 ore negli spazi della galleria australiana con sottili fili elettrici legati intorno al volto, una bandiera nazionale pendente dal suo braccio sinistro e nel muro alle sue spalle un collage di aggressioni verbali miste ai titoloni dei giornali durante la guerra in Iraq, come Bloodbath, Filling holes in a bullet-riddled nation, Killing Room, Hundreds of victims in coffins, Children were burned alive, End Game, ecc. ecc. La performance in webcast prevedeva un’interazione dolorosa, in quanto toccando un punto della finestra di streaming era possibile attivare una scossa elettrica da far subire al performer. Una modalità violenta e fortemente simbolica che l’artista ha deciso di subire sul suo corpo, svelando una volta per tutte l’ipocrita meccanismo della guerra mediatica, e rivelando in diretta il tipo di sofferenza largamente censurata dalla propaganda statunitense. Un opera d’arte e un atto di coraggio.