Pixelscapes, minimalismo cromatico digitale.

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28.02.03 Pixelscapes, minimalismo cromatico digitale.


La resa cromatica degli oggetti può trascendere la loro forma, monopolizzando i nostri sensi, soprattutto quando l’animazione graduale percorre l’intera gamma dello spettro. Pixelscapes di Tom R. Chambers è un buon esempio di astrazione dalle forme, ridotte in scarni agglomerati di pixel, tuffati però in combinazioni cromatiche che sfumano e ritornano in un loop percettibile. Citando involontariamente le evoluzioni ambientali di ‘Place #13’, videosculture di Brian Eno di quindici anni fa, l’autore fa roteare le tinte senza che l’occhio provi il disagio del brusco passaggio. Il risultato collima con l’auspicata ‘eccitazione nel campo cromatico’, come descritta dall’autore, e mostra i minimali agglomerati di pixel a testimoniare un ingrandimento smodato delle forme che ne rivela la trama e le rende allo stesso modo irriconoscibili, facendole trascendere a simbolo di liberazione dell’unità descrittiva, oltremodo dotata di irrequieti pigmenti digitali.