How Deep Is the Dark Water? Unanswered problematic questions

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Secondo un recente report dell’UNHCR (Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati), guerre, violenze, violazioni dei diritti umani e disastri ambientali hanno reso un incremento degli sfollati a 114 milioni di persone. Vite umane dalle culture e origini più disparate, sradicate ed in fuga, di cui il 75% sono state ospitate dai Paesi a basso e medio reddito, lontane dalla vista dei più abbienti. In questo clima di incertezza geopolitica e di escalation conflittuali l’artista Rhett Tsai ha realizzato un progetto che affronta il concetto di guerra non tanto come contrapposizione tra bene e male, quanto come sorgente di emozioni storiche trasversali ed immensamente complesse. L’opera How Deep Is the Dark Water? è un videogioco sperimentale nel quale lo spettatore-giocatore, in soggettiva, segue un uomo in fuga attraverso ambientazioni, pensieri, ricordi e visioni, esplorando scena dopo scena la separazione, la paura, la violenza e il peso emotivo che queste esperienze hanno significato per individui delle più diverse provenienze. Le storie delle persone che sono oggi costrette a fuggire si sommano con le storie delle generazioni precedenti che non sono più state in grado di ritornare nelle proprie case ed entrambe si confondono nei medesimi sentimenti che l’opera vuole evocare, seppure superficialmente, nei giocatori. L’acqua, elemento che da sempre delimita confini ed orizzonti, diventa qui l’elemento di continuità tra le ambientazioni minimaliste e principalmente in bianco e nero. Il giocatore non è in grado di capire se il suo ruolo è quello di inseguito o di inseguitore, restando sempre alle spalle della figura principale senza poterne mai vedere il volto e senza una chiara meta, così come spesso è per gli sfollati durante i conflitti.

 

Rhett Tsai – How Deep Is the Dark Water?