Thomas Rohrer – Tamangur

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LP + booklet – Domizil

Tra il 2010 e il 2018, Thomas Rohrer, musicista itinerante avvezzo a catture auditive non convenzionali, intraprende un duplice viaggio, in Brasile e in Svizzera, aree geografiche tutt’altro che omogenee. È una rete sonora quella tracciata dal field recordist elvetico, formatosi prima studiando violino e poi come sassofonista, allievo di una jazz school di Lucerna, musicista improvvisativo anche, che conosce bene ciascuno dei due continenti e traccia inconsapevoli legami, spaziando – ad esempio – da un villaggio indigeno alle ventose colline alpine nel cuore dell’Europa. Il lavoro di Rohrer, nelle forme d’una esperienza decisamente soggettiva, ci fa scoprire a volte delle connessioni nascoste, in altri casi non fa che mettere in luce quelli che sono gli evidenti contrasti tra i suoni, che rispecchiano conseguentemente quelli che sono i luoghi nei quali le registrazioni sono state effettuate. Il processo non deve essere poi troppo dissimile da quello che a un livello essenziale di storia musicale personale riesce a mettere assieme l’estremismo concettuale del free jazz europeo e le sonorità più morbide e tropicaliste della tradizione brasileira, stili che a loro volta hanno influenzato la musicalità di Rohrer. A voler essere ancora più precisi, le registrazioni dal Brasile provengono da una visita di dieci giorni nel 2010 al Krahô Village Aldeia Nova, mentre la maggior parte di quelle svizzere sono il risultato di una ricerca durata tre settimane e avvenuta principalmente attraverso luoghi alpini e rurali. Volendo essere ancora più meticolosi è doveroso specificare che Rohrer non rinuncia completamente al suo ruolo di musicista e imbraccia una Rabeca, un violino brasiliano, oltre a improvvisare su una staccionata ad arco. Tutte le tracce sono però registrazioni stereo non elaborate e non sovraincise. Ogni traccia ha una sua storia che trapela dalle note che Rohrer trascriveva meticolosamente su un diario e che adesso sono stampate in un inserto allegato. Ci si perde fra cinguettii d’uccelli, campanacci, galli e voci di fondo, mentre fanno capolino canti gutturali, scrosci d’acqua o di pioggia e ticchettii, fruscii vari e ancora, fischi, scampanellii e rumori animali. L’ascolto è decisamente gradevole e le parti ben calibrate fra loro, come se si ricercasse una resa sempre in qualche modo estetizzante delle catture audio. Nella grande opzione di scelte che offre il genere, la metodologia utilizzata già in qualche modo prefigura il risultato, che qui è foriero d’un gusto raffinato ed eclettico, abituato a passaggi minimi ed ambientazioni esotiche.

 

Thomas Rohrer – Tamangur