Alva Noto – HYbr:ID I

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LP + booklet – Noton

Originariamente composte per una performance di danza dal titolo Oval, diretta da Richard Siegal ed eseguita dallo Staatsballett Berlin all’Opera di Stato di Berlino nel 2019, queste otto composizioni di Carsten Nicolai, sotto il moniker Alva Noto, s’imprimono eteree, emozionali, ispirate a tecniche visuali cinematografiche e – nell’intento dello stesso autore – idealmente inglobano nel progetto “fenomeni astrofisici, narrazione e movimenti performativi”. Se quasi sempre l’approccio del compositore tedesco è ispirato da forti elementi visivi e da una conduzione minimale che spazia eterea, libera ed espressiva, l’incontro di specifici artistico-scientifici, parallelamente ad un personale codice stilistico, genera un’ulteriore sovrabbondanza comunicativa e affabulatoria. Il pretesto può essere allora anche un particolare simbolismo geometrico, quello appunto dell’ovale, rappresentazione per eccellenza – assieme al cerchio – del femminile, un archetipo d’una matrice biologica materna, che riporta all’uovo, alla goccia, alla luna, a curve e circuiti sinusoidali. Sono atmosfere alquanto sparse, gelide, astratte ma carismatiche quelle proposte dallo sperimentatore sonoro tedesco, non prive di una nervosa ritmicità, tenuta a freno nel complesso delle molte sollecitazioni inoculate nelle nove composizioni presentate. Come un ovale ha raggi di curvatura differenti, così in queste composizioni distinguiamo stilizzazioni astrali e altre piuttosto atmosferiche, oniriche e un po’ cupe, a cui sono contrapposti simmetricamente ticchettii ben modulati e nervosi, insieme a frequenze più basse e a una base ritmica piuttosto dilatata, che contribuisce alle immagini di gravità e spazialità. Non è un caso che nel booklet allegato le nove composizioni siano accompagnate da notazioni grafiche che in parte a loro volta contrassegnano quelli che sono i codici sonori e acustici dell’album, permeati da un’atmosfera inorganica, irreale, pervasa da droni, suoni sintetici e saltellanti, messi a punto con millimetrica cura e talento. Sono metodi compositivi certo eterogenei quelli di Alva Noto, che vanta una visione cosmogonica del fare musica, incarnando appieno, fra antico ed estremo contemporaneo, quello che è il lavoro oggigiorno di un artista sonoro. Con composizioni intitolate “Hadron”, “Blackhole” e “Collider”, l’effetto complessivo è quello di un senso di accrescimento degli spazi, che ben restituiscono il vuoto siderale, la bellezza monolitica dell’assenza di vita e della vastità dei paesaggi evocati. Da segnalare, inoltre, l’elegantissima copertina dell’album disegnata dallo stesso Carsten Nicolai insieme a Nibo, giovane artista giapponese anch’egli avvezzo a ibride cesure fra programmazione del suono e design visivo, in particolare attento proprio alle possibili relazioni fra matematica e scienza.

 

Alva Noto – HYbr:ID I