Karl Salzmann – Bruchstücke

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Book + plaster – Moozak

La quindicesima uscita in catalogo per Moozak – che si deve a Karl Salzmann – non è stampata su vinile, come normalmente ci si aspetterebbe da un 7″ e ogni disco è differente, realizzato in gesso, in diverse tonalità di grigio e nero, risultando al tatto piuttosto grezzo e spigoloso, pesante ma allo stesso tempo fragile e delicato. Il rilascio è letteralmente fisico, nessun file digitale è disponibile, così come non è nemmeno possibile acquistare il tutto in un negozio di dischi. All’etichetta sottolineano che la modalità d’acquisto è esclusivamente per corrispondenza e molto probabilmente il disco arriverà rotto al destinatario con un libretto allegato contenente un testo di Lona Gaikis e le fotografie di Markus Gradwohl. Bruchstücke viene pubblicato in un’edizione rigorosamente limitata a 20 copie e i suoni presenti nel disco sono concreti: vetro, pietra, metallo, legno e altri materiali che scoppiano, si rompono e durante questo accadimento trasferiscono una loro qualità acustica che dà vita a una sorta d’arrangiamento. Ogni copia è realizzata a mano dallo stesso Salzmann e inviata con una Polaroid firmata e numerata: siamo ai confini con l’arte contemporanea e un simile manufatto rientra perfettamente nella categoria dei multipli d’artista. Qui si tratta però d’una uscita discografica, di un’etichetta focalizzata sull’experimental music e di un autore, Karl Salzmann, avvezzo alle riflessioni sulla materialità del suono, nonché a suo agio nel valutare i fenomeni auditivi nella sfera del sociale. L’interazione tra il suono e le arti visive è naturalmente anche in questo caso decisiva e imprime un’aura molto distintiva all’opera. I frammenti sono per Salzmann la prova che “ovunque qualcosa si rompe, c’è anche l’inizio di qualcosa di nuovo” e così il destinatario ha l’opportunità di unire – con un adesivo appositamente fornito – i pezzi rotti, rendendo i punti di rottura parte integrante della composizione. È possibile definire ancora un simile approccio come musicale? È questa un tipo particolare d’arte concettuale? Siamo in un’area di confine nella quale è scalfita la nostra comprensione di quello che secondo consuetudine è il lavoro d’un musicista: in un’operazione di questo tipo sono raccolte alcune fra le più interessanti suggestioni delle avanguardie moderne, pulsioni che catapultate in un universo comunicativo profondamente mutato producono ancora un cortocircuito di sensi e ragionamenti.

 

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