Israel Martinez – Pausa

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CD – Aagoo

Israel Martínez, sound artista messicano di base a Guadalajara, è incline ad un attivismo politico-sociale alquanto intenso e critico, fortemente influenzato dallo stesso contesto nel quale vive, una realtà pregna d’accadimenti semplici e quotidiani, ricca d’elementi in qualche modo furtivi. Non è un caso insomma se le atmosfere evocate in questo album siano spesso vibranti di quelli che sono silenzi pieni di sonorità e nell’assumere l’atto di ascolto come essenzialmente concettuale, poetico ed estetizzante, lo sperimentatore operi anche una netta scelta di vita. Per Martinez è urgente dare una dimensione spazio-temporale a ogni emergenza auditiva, sia utilizzando solo field recording, sia in composizioni che fanno uso di sintesi e processi digitali. Adesso – dopo un periodo molto attivo tra il 2005 e il 2013 – Martinez ha deciso d’imprimere una differente cadenza alla sua attività in studio e alle performance. Questo Pausa– edito da Aagoo – viene pubblicato in concomitanza con la prima della performance sonora Love and Rage , premiata dalla CTM 2019 Radio Lab Call a Berlino. Martínez riesce ad infondere in ogni suono una malia particolare invitando a una percezione attenta e guidando l’ascoltatore passo passo fra disseminati silenzi e flussi d’energia, sgocciolamenti e affinate sintonie, metalliche emissioni e rumori di fondo. C’è un’incredibile maestria in queste composizioni assemblate apparentemente di nulla. Un sibilo, una ripetizione meccanica che può sembrare un battito d’ali, cigolii, raschiamenti e tutto un catalogo d’emissioni sonore mai ridondanti o casuali nella loro esposizione partecipa del risultato finale. Di certi intrecci è difficile decifrare con certezza la provenienza: non è chiaro – ad esempio – se quelli che sentiamo siano cinguettii d’uccelli filtrati sinteticamente o se vi è in aggiunta qualche altro tipo di cattura auditiva – che posizionata in un difforme contesto assumerebbe altre sembianze. In alcuni casi sono probabilmente utilizzati suoni provenienti da altre registrazioni, sovrapposti ad arte, ma non allo scopo di generare confusione o una sibillina incertezza, quanto piuttosto per ottenere effetti precisi, che comunque coinvolgono la nostra percezione, producendo uno sfalzamento fra ciò che è reale e quello che comunque è immaginazione. I sei brani, che sono stati scritti e registrati nel corso degli ultimi sei anni e nelle condizioni più disparate, sono assai vividi e coinvolgenti, pur nel loro radicale sperimentalismo: l’ascolto è sempre piacevole e ricco di sorprese, senza mai scadere in soluzioni banali o approssimative.

 

Israel Martinez – Pausa