Julien Bayle – Violent Grains Of Silence

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CD – Elli

Quello del silenzio – nelle sue molteplici e differenti sfumature – è un tema che sempre nell’evolversi di teorie e approcci ha fortemente coinvolto i musicisti d’avanguardia. Ne consegue che ad alcuni fra questi il silenzio possa essere sembrato una realtà intrinseca alla stessa esistenza dei suoni, mentre altri lo abbiano inteso e utilizzato in quanto potente attivatore percettivo, oppure in funzione strutturale, ritmica o spaziale. Originale e inaspettato, infine, negli ultimi anni, è stato, a questo proposito, il contributo delle neuroscienze, che convergono nello spiegarci come un’interruzione tra due suoni stimoli positivamente il cervello molto più che un silenzio assoluto. Julien Bayle nell’introdurci a questo album per la Elli appare invece convinto dell’impossibilità del silenzio, perfino all’interno di una camera anecoica, in questo caso quella della LMA-CNRS (Francia), spazio nel quale ha scelto d’isolarsi nell’estate del 2016, ospite in una residenza artistica durante la quale ha registrato a 17 dB, senza alcun riverbero, con le emissioni audio fisicamente assorbite dalla struttura geometrica e ripetitiva delle pareti. Dalla cattura di rumori elettronici fisici provenienti dal sistema di registrazione, poi tagliati e opportunamente amplificati, sia come sorgenti sonore di base, sia come modulazione di fonti che influenzano registrazioni preesistenti azionate dal vivo dall’artista, scaturiscono trame reattive e ipnotiche, dal costrutto grezzo e pulsante, brontolii dalle risonanze metalliche, riverberi fra l’organico e il sintetico, emergenze auditive che danno vita a un’esperienza d’ascolto molto complessa e coinvolgente. Non sembra esserci nessun compiacimento a riguardo della resa estetica di una cosiffatta operatività e nemmeno – al contrario – alcuna propensione nell’incedere a contrapposizioni esasperatamente marcate. Julien Bayle tratta i materiali registrati alla stregua di molto astratte e non convenzionali field recordings, rese possibili grazie alla particolare proprietà della stanza anecoica, nella quale la mancanza di calore delle risonanze riesce a permeare i suoni d’una spettrale qualità, che va oltre il consueto lavorio su software o sistemi modulari. Quello che scaturisce, insomma, non è affatto silenzioso e a noi sembra più una riflessione sui volumi delle sorgenti audio e sulla possibilità di creare amplificando e manipolando tali volumi in inedite e accattivanti concatenazioni auditive.

 

Julien Bayle – Violent Grains Of Silence