Plaster – Transition

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CD – Kvitnu

Nuovo studio album – che è edito da Kvitnu – per Plaster, moniker dietro il quale adesso vi è solo Gianclaudio Hashem Moniri (precedentemente in duo con Giuseppe Carlini). Transition rispetto al passato esibisce un approccio maggiormente minimale e concreto, utilizzando nelle composizioni soprattutto strumentazione analogica e hardware, al bivio fra un’ispirata suite dalle venature industriali e ambientali evoluzioni, con sequenze cupe e dai tratti inquietanti, che riverberano di terre inabitate e paesaggi un po’ lunari. Quello che sembra evidente è che la transizione suggerita dal titolo riguardi adesso proprio una vocazione più sperimentale, seppure un certo impianto tecnoide ancora faccia capolino nel corso delle otto tracce, splendidamente addobbate dell’artwork di Zavoloka, una delle menti pulsanti e anche designer che guida le sorti dell’etichetta viennese. Gli immaginari che sono evocati sembrano avere a che fare con i classici modelli della fantascienza distopica, mescolando un po’ di post-human e visioni apocalittiche, trasportando l’ascoltatore attraverso scansioni ipnotiche ma tuttavia parecchio ritmate, minacciose e sintetiche. Non mancano i momenti di quiete, ad esempio in “Unregistered Product”, nel quale un loop elegiaco viene modulato con grande perizia e insistenza, dando lustro a meditabonde connessioni, che nella successiva “Imaginary Friend” si fanno quasi retrowave o più noisey – se preferite – facendo pendere la bilancia sul versante di una fruizione decisamente cruda, vibrante e diretta. Sono spurie melodie create con sintetizzatori analogici quelle di quest’album che rimangono impresse nelle nostre sinapsi, “The Last Goodbye” o “Casual Encounter”, potenti tracce che nella loro dimensione evocativa immaginiamo anche molto spendibili in versione live, per un pubblico che necessita di un ritorno alle origini, quando tutto era meno patinato e l’essere aspri e urticanti non era un’opzione. Non sappiano se Moniri sia interessato a questo. Fatto sta che un talento di questo tipo ci piacerebbe messo alla prova anche in situazioni meno confortevoli. Sarebbe in sintonia con le sue stesse ossessioni, che confortevoli non lo sono affatto e trovano ispirazione nei meandri più oscuri e contorti fra i generi, sempre modulando in maniera tesa e iper-vivida, coriacea e insondabile.

 

PLASTER “Transition” (KVITNU 57