O Yuki Conjugate – Tropic

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LP – Auf Abwegen

Tropic viene presentato da O Yuki Conjugate – un gruppo post industrial/ambient fondato a Nottingham nel 1982 – ricordandoci che si tratta di una raccolta di brani dimenticati, in parte incompleti e inediti, registrati a Londra nel periodo 1994-95. L’elaborazione e post-razionalizzazione di questi materiali è stata opera dei soli Andrew Hulme e Roger Horberry, attuali membri effettivi del combo, che sono ritornati in attività dopo le molte variazioni che la line-up ha attraversato e finalmente – nel biennio 2015-16 – hanno rimesso mano a tali materiali, lavorando in particolar modo sulle trame più atmosferiche e ambient. Sin dagli esordi il gruppo ha sempre operato una seminale commistione fra elettronica e strumentazione classica, seguendo un approccio che, se pure pregno dello spirito del post-punk, ha sempre declinato verso trattamenti più gentili e ambientali, intenzionalmente oscuri, in parte “sintetici” e in parte “organici”. Erano anni nei quali simili sperimentazioni interessavano veramente pochi appassionati: oggi, invece, il ventaglio di proposte dedicate a soundscapes è in continua crescita e bene ha operato la Auf Abwegen di Till Kniola nel volere questa uscita e nel promuovere un tour che portasse il progetto di nuovo sui palcoscenici di alcune fra le principali città europee (Londra, Monaco, Dusseldorf, Amsterdam, Nijmegen e Anversa). “The Fate Of Less Valuable Animals”, lunga suite di 24′ e 37”, subito ci convince della consistenza dell’ispirazione, mantenuta sospesa, onirica, cupamente altalenante, quasi a sottolineare uno stato di disagio nel ripercorrere certe traiettorie. Non deve essere stato facile ritornare su quelle precise ombrosità organiche, atmosfere troppo silenziose e sonorità che si erano oramai dimenticate, registrazioni – ad esempio – di una pioggia tropicale alle quali sono aggiunti delicati elementi percussivi, gong, synth e altre micro-emergenze auditive. Anche “Darkness Was Here Yesterday” – che ha all’incirca la stessa durata del brano precedente – è altrettanto misterico, ondivago, solcato da iterati scampanellii, ma è addirittura più ricco di variazioni, con elementi molto tremolanti e pause dilatatissime, quasi silenti. L’uscita è molto suggestiva, insomma, e anche le connotazioni etniche – mai troppo insistite seppure consistenti – ben si prestano a un ascolto scevro da elaborazioni particolarmente concettuali.

 

O Yuki Conjugate – Tropic