Glaciers, autocompleting poetry

Glaciers

Google Poetics, o l’arte “autocomplete” è diventato un genere, come si può osservare in opere come “Autocompleteme” di Jérôme Saint Clair e Benjamin Gaulon, o “Google Poems” di Sampsa Nuotio. Parte della loro forza è nell’uso del motore Google AutoComplete, che non è una tecnologia statica, ma che evolve attraverso nuovi elaborati meccanismi software e il sofisticato ed esteso insieme di dati al quale attinge. Così, “Glacier” di Zach Gage è un lavoro che cerca concettualmente di capitalizzare queste caratteristiche, opera composta da un hardware personalizzato e software e parti in legno, come una cornice generativa eterna. Le sue poesie uniche sono generate tramite i primi tre risultati di una richiesta specifica di completamento automatico di Google, che viene rinfrescata una volta al giorno (ed eventualmente cambia anche il titolo). Questa letteratura generata in continua evoluzione è strettamente collegata ad una linea multinazionale ed alla sua politica, ma Gage sembra concentrarsi maggiormente sull’impatto letterario piuttosto che sulla sua eredità digitale.