Graffitizer, spraying the process of computation

Graffitizer

Il progetto Graffitizer di Daniel Berio consiste in una serie di macchine capaci di generare disegni astratti associabili ad un sottogenere di estetica graffiti noto come Wildstyle. Lo stile è caratterizzato da una complessa e futuristica scrittura angolare di lettere e forme, che danno l’illusione di tridimensionalità, decorate con frecce multi-direzionali e punte sovrapposte. Mentre i disegni sono realizzati in inchiostro nero su carta grazie ad un plotter a penna computer-controlled e piuttosto vintage, i riempimenti colorati sono proiettati sul disegno tramite un compatto proiettore appropriatamente posizionato. Ciò significa che una volta redatto – sebbene la struttura del disegno rimane fissa – i colori possono essere spostati in maniera dinamica e ricombinata. In una particolare modulazione del progetto Graffitizer, la proprietà di gocciolamento dell’inchiostro è simulata grazie alla modifica dell’alimentazione di un plot. Qui i tratti della definita e tagliente computer-grafica sono rotti da lunghe gocciolature, compromettendo la pura replica della totalizzante estetica digitale del disegno. Il seminale lignaggio di stili elaborati e complessi che hanno portato allo sviluppo dello Wildstyle a New York fra gli anni settanta e ottanta ha avuto numerosi nomi tra cui “mechanical letters” e “computer rock”: lo stile è quindi sempre stato esteticamente associato al processo di computazione, meccanizzazione e proceduralità. Paul Prudence

 

Graffitizer 2.2 Test