David Papapostolou – Contrastes (dispositifs d’ecoute / c’est moi qui souligne)

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CD- Winds Measure

Nella fruizione d’un opera costruita su catture auditive è spesso assai complesso e frutto d’interazioni aleatorie il rapporto fra le sonorità registrate dall’artista e l’ambiente dove di fatto viene “consumato” l’ascolto. Altre emergenze auditive in fase d’ascolto danno vita a inediti dispositivi e per David Papapostolou determinare una personale scansione risolverebbe – solo in parte – il problema della paternità dell’esperienza. È come se gli ascoltatori potessero facilmente generare le loro proprie versioni, cosa che realmente succede nel momento in cui sto scrivendo questa recensione, perché dagli altoparlanti fuoriescono suoni naturali e cinguettii, e in questo momento nella mia stanza al tramonto odo realmente altri uccellini emettere i loro gorgheggi delicati e nervosi. Parafrasando De Chirico – che parlava del guardare – verrebbe da dire “meglio ascoltare e non cercare significati”. Una registrazione è comunque il punto di partenza del raffinato meccanismo e qui gli elementi sembrano essere alquanto delineati: catture in bilico fra ambienti urbani e naturali, probabilmente sobborghi cittadini, rumori metallici e rumore di traffico in lontananza. Ogni composizione – in realtà – fa parte di una medesima cattura dalla quale emergono altri suoni, evidenziati in contrasto, nel rapporto inoltre che si crea tra rumore, suono e pause. Sono tre i brani che compongono il progetto, strutture meticolosamente predisposte, sensibili tuttavia proprio nei contrasti che l’ascoltatore saprà cogliere. Gli eventi sonori e le durate sono determinate in modo casuale ma precisi parametri adottati forniscono ulteriori indicazioni sulle note corrispondenti alle frequenze utilizzate, in un meccanismo decisamente farraginoso ma infine funzionale alla poetica espressa.

 

David Papapostolou – Contrastes