Sue Thomas – Technobiophilia: Nature and Cyberspace

Sue-Thomas-–-Technobiophilia--Nature-and-Cyberspace

Bloomsbury Academic, ISBN-13: 978-1849660396, English, 224 pages, 2013, UK

Sembra che il nostro attaccamento ancestrale alla natura non sia stato mai dimenticato, soprattutto se si guarda a come usiamo le metafore naturali per nominare prodotti e servizi tecnologici. Spesso integriamo perfino il simbolismo naturale in elementi delle nostre interfacce. Spostandoci ben oltre la consueta dicotomia tra natura calda e fredda tecnologia – e con le improbabili compensazioni integrate dalle macchine costruite dall’uomo – Sue Thomas indaga questo rapporto, inquadrandolo in un nuovo territorio che ospita il dialogo e la giustapposizione dei due domini. Il titolo del libro nasce dal concetto di “biofilia”, dalla nostra innata tendenza a concentrarsi su processi vitali e realistici, termine che è stato coniato da Erich Fromm, reso popolare dal biologo EO Wilson e celebrato dall’album interattivo omonimo di Björk nel 2011. Il mondo tecnologico visto attraverso la lente della psicologia ambientale sta reagendo, generando una prospettiva innovativa. Thomas raccoglie una grande quantità di elementi che vanno oltre il design, le pratiche artistiche, il folklore digitale e le interfacce. L’autrice indaga sulle esigenze “biofile” di un numero enorme di utenti, sostenendo che le qualità di riparazione della natura influenzano le capacità di funzionamento del cervello. Dopo un discorso articolato che coinvolge diversi settori culturali diventa chiara allora l’integrazione di questi due pianeti (come lei stessa li definisce: quello “sotto i nostri piedi” e un altro “dentro le nostre macchine”). Questo dovrebbe essere il modo più naturale per equilibrare la nostra vita digitale, invece di drastiche cure di disintossicazione “digitale” o dell’indulgenza che infonde dipendenza in loop visuali auto-gratificanti. Alessandro Ludovico