Witnesses, circuit bending spirituale

Zach Poff

I chant-boxes sono dei dispositivi elettronici che vengono a volte messi a disposizione dei fedeli per pregare nei templi buddisti in Cina. Questi aggeggi, simili a radioline a volte confezionati con immagini del Buddha, trasmettono in loop versi di preghiere, in una o diverse tracce, accompagnando chi prega a mantenere il ritmo della litania. Nell’installazione sonora “Witnesses” l’artista Zach Poff ha utilizzato questi dispositivi modificandone il funzionamento. I dieci chant-boxes sono infatti collegati ad uno schermo tramite dei sensori che intercettano le variazioni dell’intensità di luce. A cambio di intensità luminosa corrisponde una modifica del ritmo della litania proveniente dal dispositivo collegato tramite il sensore a quel punto dello schermo. Al cambio di video (nell’installazione se ne susseguono tre diversi) c’è un istante in cui i suoni riprodotti da ogni dispositivo convergono in un incipit sincronizzato, che subito poi si frammenta in una varietà di ritmi differenti. Con questa operazione di circuit bending forse i chant-boxes diventano appunto “testimoni” delle singole spiritualità, che certo suonano insieme ma mantenendo una propria identità. Ogni dispositivo segue un ritmo proprio, come se volesse in qualche modo sottolineare la sua personale modalità di reazione e la sua particolare visione del mondo. Ma tornando sull’attenti e sincronizzandosi con gli altri componenti al richiamo dettato dal cambio di video, le singolarità presenti sembrano manifestare anche la consapevolezza dell’importanza strategica della collettività, in un output sonoro che, pur con percettibili picchi e divagazioni di cui è difficile intercettare la provenienza, mantiene un’aura corale condivisa e costante.
Chiara Ciociola