Unmanned, giocando con la tolleranza alla realtà

Unmanned

I giochi di Molleindustria sono da sempre pensati per mettere il giocatore in una posizione piuttosto scomoda o inusuale. I giochi precedenti chiedevano agli utenti di diventare gestore del McDonald, di nascondere gli scandali della chiesa in Italia, o di sorvegliare il lavoro minorile in Congo. Il team di game designer radicali italiani ha lanciato la sua ultima sfida: ‘Unmanned‘ vi invita a diventare un pilota di UAV e seguire il personaggio in tutta la sua routine quotidiana. I giocatori cercano di non tagliarsi mentre si fanno la barba (e questo è l’unico sangue ‘reale’ si vedrà) e ad essere un buon marito, mentre parla al telefono, e per cercare di non perdere un bersaglio vivente in movimento attraverso il radar sul posto di lavoro e giocare ad un videogame “personal” shooter con i figli a casa. Ogni volta che si riesce nei due ruoli si acquista una medaglia diversa. Ma, come tutti i giochi di Molleindustria, non è questo il punto. In Unmanned non si tratta di controllare o sviluppare le proprie abilità e competenze, ma piuttosto di constatare la l’indifferenza e la tolleranza ad una realtà esistente. Il gioco ricorda il video Collateral Murder, trapelato da Wikileaks due anni fa e probabilmente vi farà andare fuori di testa. E farà riflettere in primo luogo sul senso stesso di giocare. E questo è solo perché mostra il potere che i videogame come media hanno per colpire la sensibilità umana. I giochi sono scelte, proprio come la vita stessa. Immaginate cosa succede quando la finzione e il terrore vero e proprio arrivano così vicini.

Daphne Dragona