Andrea Borghi – Palsecam

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LP – Aposiopèse

Sono essenzialmente manipolazioni attorno il formato delle videocassette d’antan, quelle che Andrea Borghi combina assieme, rimestando meticolosamente con microfoni a contatto, vecchi nastri VHS e gli apparati che li riproducono, non appalesando tuttavia alcuna nostalgia per i film che potrebbero essere registrati su quei supporti, focalizzando invece l’attenzione su ronzii ed emissioni elettroacustiche, eventi auditivi anche meccanici o comunque correlati a field recording, tutti frammenti poi opportunamente raccolti ed organizzati utilizzando per l’editing un computer. A volte anche brevi spezzoni dei materiali originari registrati sulle videocassette possono essere oggetto di montaggi, anche se sono perlopiù i suoni familiari oggetto delle catture auditive ad essere riconoscibili ad un primo ascolto, unitamente ai glitch, ai click e ai fruscii di vario tipo e intensità. Pal e Secam – assieme all’americano NTSC – sono stati sin dai primi anni ’60 i metodi di codifica del colore universalmente utilizzati nella televisione analogica. Sta di fatto che tutte queste tecnologie, così come il sistema di videoregistrazione VHS, sono diventate progressivamente sempre più obsolete. Dei kipple, per dirla alla maniera di Philip K. Dick, oggetti inutili che hanno perso la loro originaria funzionalità e vocazione. La retromania allora qui è completa, esaltata dal recupero come objet d’art di qualcosa che in realtà è dismesso, mentre la tecnologia detournata esala i suoi ultimi rantoli assecondando modalità improprie d’utilizzo. In questo progetto di Borghi le otto composizioni presentate sono spinte ai limiti dell’udibile, tra suono e materia, evocando una qualità tattile del quale lo sperimentatore toscano è sempre portatore raffinato, muovendosi a suo agio anche in territori più propriamente elettroacustici. Prescindendo dalla title track, prima composizione in scaletta della durata di sei minuti, tutte le altre incisioni sono abbastanza brevi, appena abbozzate, esercizi di stile sul crinale fra malinconia e sperimentazione, rimpianto feticistico dell’offline e passione per il bricolage elettronico orientato a una ricerca comunque multidisciplinare, perché ha a che fare con un’archeologia dei “nuovi” media, analizzando processi d’innovazione che sembravano inossidabili ma invece hanno avuto un loro inizio, una durata e una fine.

 

Andrea Borghi – Palsecam