David Tudor – Microphone

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LP – Dialogo

Fra le storiche uscite della Cramps, etichetta italiana fondata nei primi anni settanta, focalizzata principalmente sulla musica progressiva ma attiva anche sul versante di una ancora acerba scena contemporanea, non poteva certo sfuggire al fine d’una auspicabile ristampa la serie Nova Musicha e in particolare questo Microphone di David Tudor. L’album, uscito originariamente nel 1978, risuona ancor oggi in coerenti sperimentazioni ambientali che pur utilizzando un’unica sorgente sonora sfruttano in maniera davvero efficace i feedback microfonici, effetti acustici che sono abilmente cercati e modulati ad arte dallo stesso autore e musicista. Anche mediante tecniche di registrazione stratificate si dà vita insomma a suoni industriali, pre-elettronici, avvincenti e crudi. Tali sonorità – suddivise in precise sezioni – venivano agite da Tudor, durante le esibizioni dal vivo o nelle installazioni, in molteplici intrecci e durate, oppure ripetute e addirittura alterate in vari modi. Nell’album sono invece selezionati solo due mix, evidentemente scelti fra le differenti opzioni esperite, incisioni che adesso sono state rimasterizzate in qualità audiophile e presentate con un packaging che è la replica esatta di quello originale (uno stilizzato reticolo frutto della multiforme creatività di Gianni Sassi, art director, grafico ed head owner della Cramps). La riproposizione dell’opera si deve ora alla Dialogo, etichetta di Luciano Cantone che ha già ristampato alcuni interessanti lavori di Piero Umiliani, Ennio Morricone, Bruno Nicolai e Steve Lacy. Collaboratore negli anni cinquanta di John Cage, David Tudor fu il primo esecutore di molte di quelle prime innovative, concettuali e ambiziose composizioni, oltre che pianista d’elezione per altri seminali sperimentatori quali Stockhausen, Feldman, Boulez e Bussotti. Microphone, che fu concepito quale opera ambientale per il padiglione Pepsi dell’Expo 70 di Osaka, venne in realtà registrato al celeberrimo Mills College nel 1973, istituzione attorno alla quale già gravitavano musicisti del calibro di Morton Subotnick, Pauline Oliveros e Luciano Berio. Il valore di questa riproposizione discografica oggi prescinde dagli specifici effetti delle manipolazioni sonore e dalle pur significative e inconsuete forme d’onda prodotte. È lo stesso utilizzo dei microfoni ad essere ancora innovativo, così come non è affatto scontata – anche nel 2021 – l’idea di una composizione che è di per se modulare e cangiante, densa e impressiva in qualsivoglia contesto d’ascolto.

 

David Tudor – Microphone