Marla Hlady & Eric Chenaux – Fluff

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LP – Avatar Quebec

Con Fluff, album licenziato da Avatar Quebec, si concretizza l’ennesima proficua collaborazione fra l’artista multimediale Marla Hlady ed il chitarrista, cantante e compositore Eric Chenaux, un duo che s’ingegna in sperimentazioni che definiscono field-performance-recording. Sia chiaro che l’idea di improvvisare su field recording non è del tutto nuova. Non è “senza precedenti”, così come lo stesso confine fra quello che chiamiamo musica e quello che chiamiamo sound art non è più, oramai, qualcosa di netto e facilmente definibile. L’album è il risultato di una residenza ad Avatar nel giugno 2017, durante la quale i due hanno esplorato le proprietà acustiche e poetiche di luoghi specifici, come una palestra o un rifugio nella foresta, ricavandone sonorità molto sibilanti e ricche di fruscii. A codeste trame s’aggiunge come un subtesto decisamente più improvvisativo e free form, ricco di micro-percussioni e rarefatti intermezzi di strumenti a corda (ad esempio in “Refuge Du Domaine De Gaspé 1”). Non basta, sono organizzate anche molto ipnotiche sequenze, stralunate, noisy e ruvide, ma ancora dalle cadenze strutturali piuttosto ripetitive (in una successiva versione del pezzo nello stesso spazio). “Patro Roc – Amadour” parte invece in maniera abbastanza musicale, quasi come un ensemble che cerchi una sintonia dei vari strumenti prima dell’esecuzione d’un brano, continuando in dilatatissime arie d’obliquo post-rock. L’idea che ci arriva è che Marla Hlady – che attualmente è Professore Associato presso il Dipartimento di Arte, Cultura e Media dell’Università di Toronto – sia a suo agio con quelle che potremmo definire poetiche d’estetizzazione del quotidiano mentre Éric Chenaux – che vanta più di 25 anni di carriera come musicista, un’infinità di collaborazioni e cinque album solisti sull’etichetta Constellation – mette a frutto una sua particolare tecnica, molto laconica e visionaria, fatta d’un lento ed essenziale elenco d’opzioni audibili. I luoghi dove sono state operate le registrazioni sono stati scelti questa volta senza particolare enfasi sulle caratteristiche simboliche degli spazi, considerando perlopiù solo le loro proprietà acustiche specifiche: riverbero, eco e rumore di ritorno. Questo implica comunque un affinamento della propria percezione e una sintonia altra, ponendo l’attenzione anche allo scopo di cogliere le peculiarità di ambienti d’uso comune. Ogni superficie di fatto riflette qualsiasi emissione auditiva: spostando e restituendoci impressioni differenti dei suoni i due artisti ci costringono in questo caso ad una fruizione differente e non ordinaria.

 

Marla Hlady & Eric Chenaux – Fluff