Voin Oruwu – Etudes From A Starship

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CD – Kvitnu

Sono dieci le futuristiche tracce elegantemente costruite da Dmitriy Avksentiev, aka Voin Oruwu, sound artista che dopo Big Space Adventure, doppio LP pubblicato nel 2018 per Private Persons, approda adesso alla Kvitnu di Dmytro Fedorenko e Kateryna Zavoloka. Sono atmosfere misticheggianti e un po’ enfatiche, malinconiche ed emotive, quelle dipanate dal musicista di Kiev, attivo nelle scene elettroniche anche con i moniker di Koloah e Tropical Echobird. Come spesso succede con le uscite Kvitnu il confine fra sperimentalismo, immaginari distopici e un’elettronica di tendenza – dalle venature tecnoidi – è molto sfumato. Sin dai primissimi solchi di “Titan” le ambientazioni sognanti fanno però presagire sviluppi più tesi e sintetici, che arrivano presto, prima con “Blur Planet”, che sostiene un respiro decisamente space e rarefatto, poi con “Source”, produzione nella quale le sequenze si fanno più complesse e cinematiche, un po’ cameristiche e inquiete. Bisogna aspettare “Decay Instability” per ritmiche sostenute, fratturate e quasi da dancefloor industrialista, mentre la successiva “Even Mind” parte quasi silente ma vantando una ripresa di grande effetto simbolico, una sorta di nenia cosmica, siderale e macchinica. Non c’è quasi cesura fra le differenti tracce e “Limulus” anche sciorina diradati passaggi ed elementi percussivi adrenalinici, giocando sul contrasto quiete-caos, che è tecnica ricorrente a queste latitudini stilistiche. Siamo idealmente in viaggio interstellare con Voin Oruwu, che non fa mistero delle sue fascinazioni sci-fi, anche in “Escape Mission” e nella traccia di chiusura, “Ceremony”, elegiaca e musicalissima. È proprio questa capacità di far fronte a più registri espressivi a coinvolgere infine l’ascoltatore più smaliziato, quello che si rende presto partecipe nell’essere investito da differenti stilemi, montati ad arte in un impianto concettuale che riesce ad accogliere più influenze senza rinunciare a sperimentalismi e melodie, a sapienze ambientali e a passaggi nervosi. Voin Oruwu è abile nel tenere la scena e pure nelle sue esternazioni meno radicali – ci riferiamo ad esempio alla sua apparizione per un format quale Boiler Room – non viene meno a questa sua doppia vocazione, divisa fra pattern eterei e ritmiche ipnotiche, paesaggi sfumati e intensità vibratili. Studies From A Starship è un album da godere a fondo lasciandosi coinvolgere e incantare dal suo flusso visionario e sinuoso.

 

Voin Oruwu – Etudes From A Starship