Uruk – Mysterium Coniunctionis

uruk-mysterium-coniunctionis

CD – Ici D’Ailleurs/Mind Travels

La collaborazione fra Massimo Pupillo (Zu, Ardecore) e Timothy Lewis, aka Thighpaulsandra (Coil) si era già concretizzata lo scorso anno, il 2017, quando fu realizzato per la Consouling Sounds a dicembre Leave A Silver Trail Through Blackness. Quella sensibilità dark ambient di allora si ritrova anche oggi in questo Mysterium Coniunctionis, progetto sonoro dalla struttura ancora più dronica e dalle trame post-apocalittiche, con sonorità molto cupe, sibilanti e come tenuemente raschiate nella prima parte, “Spagyria”, suite millimetrica nel dare vita a inviluppi anche industrial dal sapore cyber-cinematico. Pure nella seconda composizione, “Solve Et Coagula”, anche questa attorno i venti minuti di durata, il duo non si discosta poi troppo per atmosfere e coerenza della narrazione, tra emergenze auditive quasi impercettibili, dilatate arie e trasalimenti romantici. Suggestioni bene sintetizzate visivamente, inoltre, nelle foto di Francis Meslet scelte per l’artwork e intrise d’un elegante “ruin porn”. L’ambientazione da “castello abbandonato” ben s’addice infatti alle oniriche arie apparecchiate dai due sperimentatori, che sembrano finalmente aver trovato una distintiva ed efficace cifra stilistica. Nondimeno il titolo dell’album fa la sua parte nella confezione d’una simile personale mitologia: il riferimento infatti è allo psicologo Carl Gustav Jung e alle sue “riflessioni alchemiche”, un testo seminale e a sua volta ricco di forme, simboli, concetti e immagini, una sorta di passe-partout concettuale nell’evocare quello che la separazione e composizione degli opposti psichici comporta. In questo caso gli estremi tirati in ballo sono quelli di strutture musicali differenti che – tuttavia – sembrano irresistibilmente attrarsi (così come la proto-chimica alchemica può riuscire ad irretire ed ispirare anche un pensiero fortemente razionale). Numerosi sono i passaggi contemplativi ma altrettante le concatenazioni più noisy, fra digitale e analogico, con un’elettronica comunque pulsante, piena di suoni di sintesi, fluida e con effetti space. L’esatta miscelazione degli elementi messi in opera sembra essa stessa una sorta di rituale forma di conoscenza, sostanza densa e coinvolgente che attraversa quindi più generi, evocando atmosfere immersive, ricche di tensione, nebulose e spettrali.

 

Uruk – Mysterium Coniunctionis