Various Artists – Donostia Noise

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CD + book – Audiolab

Sono Harkaitz Cano, Jose Luis Espejo, Yannick Dauby, Xabier Erkizia, Mikel R. Nieto, Luca Rullo, Alex Mendizabal e Asier Gogortza i sound artisti che per Audiolab hanno condensato il risultato di due seminari tenuti nel 2008 e nel 2013 nel centro ARTELEKU – in seguito purtroppo dismesso – a Donostia, San Sebastián. I workshop – il primo coordinato da Yannick Dauby e l’altro da Jose Luis Espejo e Mikel R. Nieto – avevano come scopo prioritario quello di analizzare il paesaggio sonoro del luogo, mettendo in evidenza, in particolare, proprio quei suoni che per abbondanza o scarsità fossero significativi d’uno specifico contesto geografico-culturale-sociale. Ci sono voluti alcuni anni, ma tutto il materiale più interessante è stato poi raccolto ed è entrato a far parte di questa raccolta su CD, accompagnata anche da un book di 32 pagine in lingua basca e castigliano, un documento denso di testi e testimonianze fotografiche e che nei venti brani selezionati non fa mistero della sua vocazione multidisciplinare e dell’approccio poco “estetico-estetizzante”, legato quindi maggiormente al versante “antropologico” della ricerca auditiva mediante field recording. Capita allora di sentire le voci d’un annuncio pubblico, le registrazioni di musiche popolari o di una partita di calcio, oppure il vociare congiunto d’assembramenti di cittadini e anche slogan politici, gli spari d’esibizioni pirotecniche di qualche festa di paese e poi applausi, fischi e perfino la Gymnopédie No.1 di Erik Satie. Definire se questo significhi ancora produrre musica oppure no è questione che è pochissimo interessante ed in fondo un simile tentativo non è nemmeno intellettualmente costruttivo per chi pensa che, assolutamente, le field recording siano totalmente altro. Ben più poetico è stabilire se in questi “documenti” siano insite musicalità e momenti significativi d’ascolto, che veramente possano dirci qualcosa di maggiormente accurato circa il genius loci di un determinato ambiente. Per alcuni ricercatori il rispetto di un luogo, il decifrarne la sua più intima e anche superficiale natura, integrarsi con esso, significa ascoltare le sue voci, i rumori, coglierne l’essenza, seppure l’affermarsi d’una realtà che è anche mediatica non sempre rende immediate analisi di questo tipo. Cosa è distintivo oggi di un qualsiasi agglomerato urbano o rurale? Questo ha una qualche relazione con la vita quotidiana delle persone? Possiamo non temere nel sottolineare le qualità di specifiche identità in un momento storico nel quale su questi temi si gioca una partita pericolosa per la contemporaneità? Il solo fatto d’imporre implicitamente domande di questo tipo è un successo per simili uscite che giocano proprio sui paradossi di differenti impostazioni teoriche.

 

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