Yoshio Machida + Constantin Papageorgiadis – Music from the SYNTHI 100

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CD – Amorfon

Utilizzando il SYNTHI 100 dell’Institute for Psychoacoustics and Electronic Music dell’Università di Ghent, Yoshio Machida, uno sperimentatore piuttosto prolifico e ben conosciuto anche nelle enclave free form, presenta un interessante progetto con il belga Constantin Papageorgiadis, musicista ed ingegnere del suono pure appassionato di strumentazioni analogiche vintage. Il sintetizzatore fa parte di una serie ideata e realizzata negli Electronic Music Studios Ltd. (EMS) a partire dal 1974, una produzione di sole 30 unità, preziose console che in passato sono state impiegate anche da assoluti mostri sacri della composizione contemporanea, quali ad esempio Karlheinz Stockhausen (in Sirius), Eduard Artemyev (che ne ha utilizzato uno per la colonna sonora di Stalker, film distopico e visionario di Andrej Tarkovskij), o per la BBC in svariate serie sci-fi (Doctor Who, Blake’s 7 e Guida galattica per autostoppisti), oltre che da technoheads postmoderne quali Aphex Twin e Jack Dangers dei Meat Beat Manifesto. Alle gioie e dolori di una imponente apparecchiatura di tal fatta – è di oltre due metri la lunghezza complessiva dei suoi moduli – si piegano adesso i due specialisti, realizzando un album senza nessuna aggiunta ulteriore né effettuando editing alcuno. Un SYNTHI 100, tuttavia, è uno strumento che permette infinite modulazioni, grazie ai suoi molti parametri, comprensivi di 12 oscillatori e 8 filtri, che utilizzati nelle forme piuttosto stringate e concettuali del duo, liberano appieno le potenzialità di trame decisamente sintetiche, space e generative. È come un ipnotico testing alieno quello che arriva a noi, soprattutto denso del fascino di un’applicazione scrupolosa e di siderali iterazioni, una prova comunque imbevuta da un’anima anche fortemente musicale, ricca di un’obliqua narrazione poetica, che prescinde dall’estrema manipolazione e dalla smodata ripetizione di loop. Le sequenze espresse non sembrano infatti funzionare secondo le logiche d’un audioabuso astratto, né assecondando i trend d’un esotismo retro-future. Qui il focus sembra essere quello d’un utilizzo quanto più completo e a sé stante, nel quale ogni traccia brilla di singoli elementi ed intuizioni, trasalimenti ed analisi, una sorta di scrittura scenica elettronica, frammentaria ed elusiva ma ricca di una sostanza che deve avere in sé e non in qualcos’altro il principio della sua stessa intelligibilità.

 

Yoshio Machida + Constantin Papageorgiadis – Music from the SYNTHI 100