Samuel Bianchini, Emanuele Quinz (Eds.) – Behavioral Objects 1 – A Case Study: Celeste Boursier-Mougenot

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Sternberg Press, ISBN-13: 978-3956791727, English, 224 pages, 2016, Germany

Questo è un progetto di ricerca e un caso di studio concentrato sull’illustrazione di “oggetti comportamentali” nell’arte e nel design. Tentare di definire con precisione gli oggetti comportamentali è un compito difficile. Per questo gli autori suggeriscono tre criteri per distinguerli da altri oggetti dinamici: dovrebbero avere “una forma materiale che lo associa immediatamente agli esseri viventi”, “agiscono” ma non necessariamente “compiono una funzione”, e possiedono “un’autonomia di movimento”. Tale “autonomia”, che siamo propensi ad interpretarla con ‘imprevedibilità’, e che può evolvere in un’azione, è una qualità che influenza il nostro giudizio verso soggetti apparentemente vivi. Nell’arte, questo potrebbe riferirsi ai movimenti dell’arte cinetica e alle installazioni di arte contemporanea con elementi “comportamentali”. Il libro si basa sul caso di studio riguardante tre opere di Céleste Boursier-Mougenot che rappresentano questa classificazione: from here to ear, offroad e rêvolutions; l’ultima probabilmente è la più famosa, essendo stata installata nel padiglione Francese durante la Biennale di Venezia del 2015. Le opere vengono discusse in varie forme: con documenti accademici, saggi e una lunga intervista con l’artista, mentre vengono documentate in maniera visiva in tutte le declinazioni installate. Il caso di studio così articolato rappresenta quindi una visione completa dei rapporti sociali con entità artificiali, sotto l’obiettivo delle loro forme d’arte. Dopo qualche decennio di narrativa sci-fi, la nostra immaginazione deve riuscire ad accettare tali forme familiari, dotate di affascinanti comportamenti relazionali.

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