Interface I, system tension and complexity

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Non c’è alcun software, per lo meno non qui che si possa vedere. Invece troviamo un’infrastruttura, un sistema collegato insieme da motori, stringhe e elastici, messi in movimento per caso generato dalla radiazione ambientale naturale della nostra terra. Interface I di Baecker è una cosa tangibile nel mondo – trasparente e spettacolare – sotto l’influenza degli ambienti circostanti, non chè della logica della sua stessa materialità che è soggetta alle leggi della fisica che governa tutte le altre entità materiali. Due sistemi interattivi si trovano uno di fronte all’altro verticalmente, connessi attraverso le stringhe nella loro parte centrale. Ogni sistema è alimentato da un motore che spinge questi sistemi in direzione contraria. Baecker genera una tensione e una problematica in questo sistema grazie all’attaccamento delle bande elastiche che legano accoppiandole ogni stringa alla sua vicina. Il movimento e il comportamento del sistema nel suo insieme sono influenzati da segnali casuali provenienti dai tubi Geiger Mueller che trasmettono delle vibrazioni. Così, il comportamento del sistema si svela con l’andare del tempo in quanto passa e risponde alle fluttuazioni materiali e entropiche. Interface I attira la nostra attenzione su una molteplicità di cose: all’infrastruttura di internet e al suo rapporto con la geografia; ai protocolli, ai pacchetti e ai percorsi delle informazioni; ai mercati economici, ai rischi e ai calcoli; alle reti elettriche e di comunicazione. Ma lo scopo di Baecker non è tanto quella di parlare con un’interpretazione chiara. Al contrario la sua estetica deliberatamente minimale ambisce ad elaborare una comprensione implicita di sensazioni e percezioni che riguardano la relazione fra tecnologia e geofisica. Quello che realizza qui è un nuovo modello di immagine, che cerca di rappresentare un sistema che include I suoi processi e la sua struttura. Un’immagine di un arrangiamento complesso, aggrovigliato alle condizioni ambientali e geopolitiche, che è impegnato in maniera attiva nella propria composizione. Egli suggerisce una critica lontana dall’analisi delle sole interfacce e rivolta a capire come siano connesse e modellate dai movimenti nel mondo. Questa mediazione sulla temporalità delle interfacce apre un varco sulla speculazione riguardante l’ambito materiale della tecnologia e la sua costruzione culturale. Ma cosa possiamo ottenere da un’analisi critica di una tale sistema? Come possiamo pensare alla struttura di interfacce e ai vari livelli in cui operano? Prima di tutto, una comprensione più ampia di un’interfaccia e di un’infrastruttura mette in primo piano i processi di distribuzione che sono stati nascosti dai processi di produzione e consumo. Questo ci porta a pensare le interfacce su diversi livelli, lontano dal pensarle rigide e inflessibili. Invece le riconosciamo come parte di relazioni socio-tecniche multivalenti che coinvolgono un’analisi critica degli standard e dei formati necessari per indirizzare le informazioni tra di loro. Secondariamente, I materiali unici che sono necessari per modellare, dare energia e sostenere la distribuzione delle informazioni attraverso i sistemi e gli ambienti. Questo pone nuovi arrangiamenti, oggetti e interessi al centro dell’attenzione, ed apre una distanza critica dal considerare altri modi di guardare e pensare le interfacce. In un momento di incertezza politica e di produzione, forse una distanza critica è proprio quello di cui abbiamo bisogno. Nora O Murchú

 

Ralf Baecker – Interface I