Eric Frye – On Small Differences In Sensation

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LP + 29 pages booklet – Cejero

On Small Differences In Sensation di Eric Frye s’imprime all’ascolto con delicatezza di suoni e puntigliosità nella definizione dei precisi ambiti spazio-auditivi presi in considerazione, quasi a sottolineare pedissequamente il titolo e l’idea implicita che a una decodifica di fenomeni sottili debba corrispondere un adeguato training nella fruizione, una sensibilizzazione all’ordinario e anche a quello che forse tanto ordinario non lo è affatto. L’intero progetto, che è stato registrato all’Harvard University Studio for Electroacoustic Composition di Cambridge e nella camera anecoica degli Orfield Laboratories a Minneapolis, è stato pubblicato dalla Cejero, che ha scelto d’accompagnare l’uscita con un booklet di 24 pagine, inserendo illuminanti testi dello stesso autore, di Andrée Ehresmann, Mathias Béiean, Fernando Zalamea e Inigo Wilkins. L’oggetto della ricerca è quello d’un efficace intreccio fra tecnologia, composizione e costruzione d’eventi psicoacustici, una sorta d’insieme che comprenda più permutazioni, un cut-up sintetico di spazi topologici o – come afferma lo stesso Frye – “una serie di processi di de-complessificazione del paesaggio sonico”. Dalla psicoacustica alla matematica il passo è breve e, anche se per dei comuni ascoltatori sarà arduo immedesimarsi appieno in categorie dinamiche e teorie dai non facili approcci, abbastanza conseguentemente i differenti domini – scientifici, filosofici, artistici – sembrano alla fine ricomporsi all’ascolto, dei cui effetti si prefigurano anche derive immaginative e didattiche. Ci si muove in spazi multidimensionali e con coordinate in perenne mutazione: gli effetti di questa esposizione a frequenze singolari – a buon rendere di tutta la matematica messa in campo – non sono tuttavia affatto prevedibili e nemmeno lontanamente controllabili (nonostante ci sia un software progettato e sviluppato da Guerino Mazzola e Sam Wolk a far da supporto alle complesse permutazioni vibrazionali). “Il problema alla radice dell’analisi delle piccole differenze di sensazione è quello del continuum” sottolinea Inigo Wilkins, un cultore delle sonorità liminali e della razionalizzazione nei fenomeni casuali e indeterminati. Messe in stretta relazione fra loro, infatti, piccole differenze sarebbero ancora meno percettibili – ci è parso di capire – o, per dirla alla maniera dei filosofi greci atomisti, le qualità sensibili non hanno una realtà indipendente.

 

Eric Frye – On Small Differences In Sensation