Flying Pantograph, pipelining transposed drawing

flyingpantograph

Flying Pantograph trasferisce le linee disegnate a mano e i movimenti relativi su un’altra superficie applicando una scala ed una estetica differente. Il sistema è stato progettato da Sang-won Leigh, Harshit Agrawal e Pattie Maes all’interno del MIT “Fluid interfaces research group” ed utilizza un drone come mezzo di questa trasposizione. Il sistema trasforma i tratti segnati dall’uomo in istruzioni di input per il dispositivo volante, attraverso la tecnologia tracking ed una successiva serie di algoritmi specifici. Per riprodurre in maniera accurata le forme e lo stile su una superficie verticale, i movimenti originali sono ricalibrati in base alle caratteristiche meccaniche e fisiche del drone, quali il galleggiamento continuo e l’attrito della penna sulla superficie. Ma le caratteristiche del “Flying pantograph” sono molteplici. Oltre a ridimensionare l’immagine, come lo strumento classico meccanico da cui è ispirato, può riflettere l’immagine, aumentare o diminuire la velocità del tratto e infine potrebbe essere programmato per disegnare su più dispositivi e contemporaneamente da più designer. Al di là delle applicazioni pratiche di questa interfaccia ben progettata, il complesso canale utilizzato per la traduzione di movimenti e linguaggi, innesca un inusuale dialogo uomo-macchina. Nella continua scoperta e nella ricerca, questa conversazione con i segni diventa un’interpretazione reciproca, lungi dall’essere una semplice riproduzione meccanica, potenzialmente apre ad ulteriori sperimentazioni, magari aggiungendo l’interconnessione di altre tecnologie software come GML (Graffiti Markup Language) per possibili interventi urbani programmati letteralmente lontano nello spazio e nel tempo. Chiara Ciociola

 

Sang-won Leigh, Harshit Agrawal, Pattie Maes and Fluid Interfaces – A Flying Pantograph