Tear Gun, fragility-loaded weapon

tear-gun

Le emozioni sono l’ultima roccaforte dell’umanità quando si parla di macchine. Ma quello che proviamo nel profondo non è di solito percepito dalle macchine stesse, perciò cosa succede se si ragionasse con una logica inversa, e utilizzassimo le macchine per esprimere meglio i nostri sentimenti? Ad un certo punto Yi-Fei Chen, una studentessa taiwanese della Design Academy di Eindhoven, si deve essere posta la stessa domanda. In un primo momento si è trovata in contrasto con uno dei suoi insegnanti, e poco dopo avvenne un ulteriore scontro durante la presentazione dell’esame intermedio con il preside della scuola, il quale le disse che era impreparata. Lei non riuscì ad articolare una giustificazione, e dopo che un suo compagno parlò in sua difesa lei si sentì ancora peggio e scoppiò in lacrime, voltando le spalle al pubblico. Ma dopo questo lei in maniera coraggiosa e abile decise di riconoscere questa sua debolezza, reagendo a questo tramite il progetto concettuale di laurea. Costruisce una “Tear Gun”, un dispositivo con una coppa in silicone da indossare per raccogliere le lacrime, che vengono poi congelate, pronte per essere sparate a volontà attraverso una semplice pistola in ottone. La forma che ha usato per articolare e trasformare il suo disagio su entrambi I livelli sia pubblico che privato, si è dimostrata tecnicamente fattibile e simbolicamente potente, in un modo che all’istante la rende universale. È la combinazione perfetta di due estremi: le lacrime come la manifestazione suprema di fragilità e resa, e la pistola, come lo strumento più veloce per aggredire. Il meccanismo assemblato può portare all’interno della sua funzionalità le tensioni che si celano dietro: una tensione basata sulla cultura, sul ruolo e sul genere, che viene quindi canalizzata nel caricare la pistola e rilasciata con forza quando la persona decide di farlo. Infatti, durante la sua laurea, ha avuto l’opportunità di puntare e sparare le lacrime al capo di dipartimento. E lo ha colpito. (copyright: Design Academy Eindhoven / Photographs: Ronald Smits)

 

Yi-Fei Chen – Tear Gun