Franz Kirmann – Elysian Park

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CD – Denovali

Elysian Park è il terzo album di Franz Kirmann, produttore transalpino di base a Londra, nonché la sua seconda uscita a marchio Denovali. Questo lavoro, comprensivo di quattordici tracce, prende le mosse da “Hyper Trophies”, un progetto d’istallazione del 2012 pensato e realizzato da Zeitguised, studio d’arte berlinese che ha chiesto a Kirmann di elaborare una traccia sonora per quell’evento. Se in quella seminale esibizione, un crossover fra arte e moda che aveva come elemento portante tre loop video, la musica sfumava dentro e fuori, insinuandosi per poi scomparire senza apparentemente sottostare ad alcuna struttura tradizionale, il senso di spazio e il vuoto che dà vita alle sequenze nell’album costringe l’ascoltatore a concentrarsi maggiormente sulla fisicità dei suoni, pur in assenza di vere e proprie melodie, armonie e ritmi. Le sonorità non appaiono organizzate seguendo pedissequamente una linea temporale lineare e gli intrecci, molto ipnotici, sono articolati in maniera alquanto astratta e immanente, delineando ambientazioni assai sospese ed emozionali. Un’altra fonte d’ispirazione direttamente esplicitata da Kirmann e fondamentale per lo sviluppo di Elysian Park è stato “The Possibility Of An Island”, romanzo di Michel Houellebecq dal testo ricco di narrazioni parallele, paesaggi futuribili e fantasie distopiche, opera nella quale il senso di slittamento dei diversi piani strutturali è allo stesso modo alquanto pronunciato e il tema della scomparsa quasi totale di sentimenti ed emozioni permea la poeticità di più derive, trasalimenti e campi semantici. Siamo in bilico nell’ascolto, oscillando fra quietismo e visioni più metropolitane, stridenti, che poi ci riportano a una densa e umbratile bellezza, ricca di suggestioni anche esotiche, fra vortici sintetici e delicati momenti di stilizzata alienazione. Franz Kirmann utilizza molti plug-in di terze parti e soft synth, che in Elysian Park servono bene nell’articolare sample granulari e di sintesi. Insomma, pure se in certe scene elettroniche si afferma sempre più un ritorno all’analogico, c’è chi non ha problemi a dirsi ancora ispirato dal digital processing: qui molti suoni sono addirittura manipolati utilizzando applicazioni su iPad, al fine poi di essere ri-registrati attraverso apparecchiature hardware. Un procedimento, semplice, diretto e, infine, molto efficace nella sua resa espressiva.

 

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