Decalcomania!, subversive beauty device

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Dalla Russia è arrivato FindFace, uno dei software gratuiti più discussi del panorama recente: un’app di riconoscimento facciale che permette agli utenti di Vkontakte, il fratello russo di Facebook che vanta qualcosa come 210 milioni di iscritti, di scoprire l’identità di una persona a partire da una sua fotografia in meno di un secondo e con un’affidabilità del 70%. Impressionante? Certo. Preoccupante? Assolutamente sì. In buone mani? Purtroppo no. I due giovani fondatori della controversa applicazione, infatti, si sono più volte dichiarati aperti nei confronti dell’amministrazione locale di Mosca e dei servizi segreti russi, asserendo di essere disposti a metter loro a disposizione l’algoritmo che può funzionare per qualsiasi database fotografico, compreso quello generato dalle 150mila camere a circuito chiuso della città di Mosca.
E’ così che un gioco da social network potrebbe facilmente trasformarsi in una pericolosa arma di controllo a danno della privacy di decine di migliaia di cittadini e turisti. La problematica, tutt’altro che nuova, mette in contrapposizione i sostenitori del riconoscimento facciale e delle tecnologie biometriche in generale, che teorizzano motivi legati ad una maggiore sicurezza, con coloro che invece ritengono incombere la minaccia del controllo globale. L’artista, programmatrice e designer Remina Greenfield ha voluto partecipare al serissimo dibattito con Decalcomania!, un’opera -solo apparentemente- leggera e colorata: un set per la decorazione delle unghie, del tutto simile ai kit molto di moda tra il pubblico femminile. Le decalcomanie raffigurano una serie di piccoli visi, tutti generati da un software per la manipolazione facciale, che applicati sulle unghie delle mani, permettono a chi li indossa di proteggere la propria identità all’interno delle tante fotografie alle quali quotidianamente ci prestiamo, consapevolmente o inconsapevolmente.
Una “rivoluzione rosa” che strizza l’occhio, non senza ironia, al più antifemminista degli stereotipi di genere: la segretaria che si sistema le unghie. Benedetta Sabatini

 

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