OpenSurgery, The Surgery Pirate

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Il robot chirurgico è comparso nelle sale operatorie a metà degli anni Ottanta e da allora non le ha più lasciate, rendendo la propria presenza sempre più affidabile e necessaria. Centri specializzati per la chirurgia robotica vanno pian piano crescendo in numero, formando una generazione di professionisti in grado di operare con nuove tecniche. I robot chirurgici, infatti, se adeguatamente messi all’opera, permettono interventi più precisi e meno invasivi per i pazienti, riducendo i rischi di infezione post-operatoria e le tempistiche di guarigione. Grazie ad un computer e ad un sistema di manipolazione a distanza il chirurgo è in grado di riprodurre i movimenti della mano umana all’interno del campo operatorio attraverso braccia meccaniche. Attualmente a monopolizzare il mercato della chirurgia robotica è la potente azienda Intuitive che con gli oltre 2500 sistemi robotici venduti nel mondo, rappresenta una realtà potente e ricchissima considerando che il loro prodotto di punta, il sistema da Vinci®, ha un costo che supera i 2 milioni di euro. Costi esorbitanti che vanno a sommarsi alla situazione già ricca di insidie della sanità pubblica, nella quale non tutti i comuni cittadini trovano il giusto riparo. Il progetto OpenSurgery, nato dalla collaborazione di molti professionisti e per mano dell’artista e designer sperimentale Frank Kolkman, indaga la possibilità della costruzione di robot chirurgici fai da te come alternativa più accessibile ai troppo costosi servizi sanitari professionali. Il progetto, che si muove al di fuori del campo di applicazione delle norme sanitarie, ha lo scopo di stimolare un pensiero critico e alternativo che sfidi gli attuali quadri socio-economici. Il robot OpenSurgery, partito volutamente come progetto open source, si scontra inoltre con spinoso tema dei brevetti – per lo più detenuti da privati anche grazie a fondi statali – che, se da una parte salvaguardano il prezioso lavoro di molte persone, dall’altra, di fatto, blindano un sistema impedendone un’evoluzione democratica. Kolkman ha presentato il suo progetto al RCA’s Design Interactions senza la presunzione di costruire un robot chirurgico pronto all’uso, ma dimostrando che le possibilità di realizzarlo a basso costo ci sono. E ora, cercasi chirurgo (e paziente). (Photo Credit: Juuke Schoorl) Benedetta Sabatini

Frank Kolkman – OpenSurgery